Page 41 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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ESERCITI RISORGIMENTALI E VOLONTARI GARIIIALDINI VERSO L'ESERCITO NAZIONALI' 25
personalmente a consegnare a Stefano Turr e Alessandro Teleki la nomina a
colonnelli nei Cacciatori delle Alpi. Il loro compito era quello di fare propaganda
al seguito di Garibaldi, prendere contatto con ufficiali e soldati dei reggimenti
ungheresi, accogliere e srn istare i prigionieri (29). Turr fu l'unico ungherese ferito
in guerra. Fu colpito al braccio destro a Tre Ponti e meritò la medaglia d'argento.
Nell'estate del 1859 cercò di ottenere le dimissioni per andare a Modena, ma
non ci riuscì ClO). Nel 1860 divenne luogotenente generale comandante dell'eser-
cito meridionale (31).
La maggior parte dei magiari, per volontà di Kossutb che voleva tenere pron-
ti gli uomini per una auspicata sollevazione ungherese, non presero mai le armi.
Altri invece, come il conte Gregorio Bethlen, un ufficiale ungherese emigra-
to a Parigi, erano invece favorevoli ad un impiego della legione ungherese in Ita-
lia. Diventato comandante interinale della legione alla fine di agosto, fu chiamato
da Lodovico Frapolli a Modena dove costitui il Reggimento Usseri di Piacenza
che raggiunse i 750 uomini e venne poi incorporato nell'esercito italiano (32).
La legione ungherese fu invece sciolta a metà settembre e le truppe furono
inviate a Verona. I contatti tra il Comitato nazionale ungherese e il governo sardo
ripresero nella primavera del 1860 e si concretizzarono il 10 settembre dello stes-
so anno con la firma di una convenzione che avrebbe visto Italia e Ungheria
alleate in caso di guerra (.\3).
Non è questa la sede per ripercorrere tutta la storia dei rapporti italo-unghe-
resi della seconcla metà del diciannovesimo secolo. Provando invece a sintetizzare
il significato politico della presenza dei volontari nel corso degli avvenimenti del
1859, possiamo affermare che se l'organizzazione dei volontari italiani a Torino
fu senza dubbio una delle cause che spinsero Vienna a dichiarare la guerra, la
presenza dei volontari ungheresi - inquadrati in una Legione in Piemonte - furo-
no una delle concause dell'armistizio. L'attività dell'emigrazione ungherese
influenzò sicuramente la decisione dell'imperatore d'Austria di firmare i prelimi-
nari di pace. Il che se, da una parte, significò per Vienna la rinuncia alla Lombar-
dia, dall'altra, impedì la prosecuzione della guerra e dunque perdite maggiori.
(29) L'opera di Stefano TurI' ilei Risorgimellto italiallo, J 848- J 870, descritta dalla figlia,
Firenze, Tip. fascista,192H, I, p. 42-45.
(30) Luigi Polo Friz, Lodovico Frapolli e l'emigrazione ul/gherese nel Risorgimento italiallo,
"Rassegna storica toscana", 1993, Il. 2, p. 269-270.
(31) Attilio Vigevano, l.a legione ungherese iII Italia, Roma, Libreria dello Stato, 1924,
p.59.
(32) ì'vlagda jaszay, Lodovico Frapolli e gli emigrati /I/Igheresi nel Risorgimento,"Rassegna
storica del Risorgimento", 1960, p. 538; L. Polo Friz, Lodovico Frapolli e l'emigraziol/e unghere-
se, cit., p. 270.
(33) M. Jaszay, Lodouico h-apolli, cit., p. 538-539.