Page 45 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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LA  CONfLUENZA  DELLE  GENDAIUvlERIE  PRFUNITARIE  NELL'AR1\IA  DEI  CARABINIERI...   29


          regio Massimo  D'Azeglio sostenuto dalle truppe sarde; conseguentemente furono
          sciolti  i  Corpi  dei  Dragoni  e  della  Gentbrmeria  che  vi  svolgevano  il  servizio
          d'ordine. Al  loro posto e con gran parte di  quegli effettivi  il  governo provvisorio
          costitui il  Corpo dei Veliti,  posto al comando dell'ex maggiore della Gendarmeria
          pontificia  Placido  Vizzardelli,  con  ordinamento  ed  uniformi  simili  a  quelli  elei
          Carabinieri  Reali;  successivamente  i Veliti  presero  anche  l'appellativo  di  Carabi-
          nieri  delle  Romagne ed il  30 agosto  1859 arrivò da Torino il  capitano Francesco
          Mariani  che  provvide  a  nuovi  arruolamenti  ed  all'assorbimento  del  Corpo  nei
          Carabinieri piemontesi con la costituzione delle  Divisioni di  Bologna e Forlì.
              In  Sicilia  il  prodittarore  Francesco  Mordini,  sfruttando  anche  il  precario
          stato  dell'ordine  pubblico  e  accogliendo  l'idea  già  di  Garibaldi,  costituì  il14
          luglio 1860 il  Corpo di  Carabinieri in Sicilia,  identico a quelli dell'Italia centrale,
          il  cui  comando  fu  dato  inizialmente  al  colonnello  Angelo  Caldera l'i  che  aveva
          combattuto  alla  difesa  di  Roma  nel  1849; il  2  agosto  però,  il  comando  passò  al
          maggiore  dei  Carabinieri  Reali  Saverio  Massiera,  mandato  da Torino  con alcuni
          specialisti.  Anche  in  questo  caso  si  ricorse  alle  finte  dimissioni  per  non  creare
          problemi  politici.  Cufficiale si  adoperò per  far  emanare nuove norme di  arruola-
          mento e 1'8  ottobre fece  mutare il  nome dci  Corpo in  Carabinieri Reali  di  Sicilia.
          Dopo l'annessione  dell'isola,  Cavour  vi  inviò  sessantatré  carabinieri  al  comando
          del  colonnello Giovanni Serpi che costituì  un  Corpo dei  Carabinieri  Reali  distin-
          to  da  quelli  di  Sicilia  con  il  quale coesistette  sino al  29  dicembre  1860, allorché
          avvenne la  fusione  nel  Corpo dei  Carabinieri  Reali  in  Sicilia agli  ordini  del  Serpi
          promosso nel  frattempo maggior generale. A Napoli il  23 ottobre 1860 fu  inviato
          nuovamente  il  maggior  generale  Trofimo  Arnulfi  per  studiare  l'eventuale  incor-
          porazione  della  Gendarmeria  borbonica  nei  Carabinieri  Reali;  quella  tuttavia
          risentiva  troppo  delle  passate  tradizioni,  per  cui  la  selezione  fu  molto  severa.
          Arnulfi  prese  il  titolo  di  comandante  dei  Carabinieri  di  Napoli  articolandone  il
          servizio nella regione; nel  novembre fu  organizzato un Reggimento di  Carabinieri
          Reali  per la città di Napoli.
              Infine, a seguito dell'occupazione cii  Ul11bria  e  Marche nel settembre 1860 e
          della loro conseguente annessione allo Stato Sardo, il  Corpo dei Carabinieri Reali
          vi  istituì le luogotenenze di Ancona e Pel'llgia.
               Con  Regio  Decreto  24 gennaio  1861  il  Corpo dei  Carabinieri  Reali  diven-
          ne  Arma  e  la  sua  forza  si  adeguò  alle  nuove  esigenze  dello  Stato  unitario:  503
          ufficiali  e  17.958  tra  sottufficiali,  carabinieri  e  allievi.  Ma  quel  che  più  conta,
          vennero  istituiti  due  nuovi  Comandi  nella  linea  ordinativa:  il  Comitato
          dell'Arma  e  le  Legioni  territoriali.  Il  Comitato,  organo  collegiale  di  vertice,
          sostituiva  il  Comando  Generale  ed  era  composto  da  un  presidente,  il  maggior
          generale  Federico  Costanzo  Lovera  Di  Maria  e  da  quattro  membri:  i  maggior
          generali  Antonio  Martino  Massidda,  già  comandante  del  Corpo  speciale  dei
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