Page 50 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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               È questi l'uomo della Marina della Sinistra, andata al  potere nel marzo 1876,
           ma  il  cambio  di  guida  non incide  sulla  politica  navale  perché  Saint  Bon  e  Brin
           hanno  sostanzialmente  la  stessa  filosofia  ed  hanno  collaborato  attivamente  per
          applicarla. Anche le differenze che pur esistono tra 101'0 (l'ammiraglio Saint Bon si
          colloca a destra, liberista e diffidente dei  programmi rigidi;  Brin a sinistra, favore-
          vole all'intervento dello Stato ed alla pianificazione) non sono tali da impedire che
           l'azione del nuovo ministro si inserisca senza scosse sull'opera dei predecessori.
               L'8  maggio  1876 il  Duilio  scende  felicemente  in  mare  a  Castellammare  e il
          Dandolo lo segue a Spezia il  lO luglio 1878. Ma si  profilerà una carenza destinata
          a  diventare  cronica:  anche  quando  progetti,  impostazione  e  varo  seguono  tempi
           ragionevoli,  l'allestimento  assorbe  molti  anni,  rendendo  troppo  lungo  il  ciclo  di
           costruzione. Il Duilio, varato nel  1876, è completato nel  1880; il Dandolo, varato
           nel  1878,  è  completato  nel  1882;  per Italia  e  Lepanto  andrà  anche  peggio:  la
           prima,  varata  nel  1880, sarà  pronta  solo  nell'autunno  1885;  il  secondo,  varato
           nel 1883, terminerà i lavori di allestimento nel  1887. Le  ragioni invocate nei sin-
           goli  casi  sono  diverse  - difficoltà  finanziarie,  scelte  di  priorità,  problemi  per
           l'approvvigionamento  del  materiale-mail vero  motivo  di  fondo  è  l'inferiorità
           dell'industria italiana rispetto a  quella  dei  paesi più  sviluppati.  L'ottimismo della
           volontà  non  può sostituirsi  alle  deficienze  di  struttura, e  tuttavia  l'Italia  non  ha
           una via  diversa:  soltanto l'autonomia costruttiva ne  avrebbe fatto  un  giorno una
           potenza navale.  Per  il  momento però l'esigenza - o  la  volontà - di  condurre una
           politica  mediterranea  non  corrisponde  alla  forza  reale  della  Marina.  Il  potere
           marittimo non si  fonda  sull'effetto annuncio:  il Duilio è una nave di  grande suc-
           cesso, anche troppo amplificato all'estero, ma non è una squadra.
               Nel febbraio  1877 Brin presenta in Parlamento il  piano organico della flotta,
           che riguarda tutte le componenti:  navi,  personale, basi,  industria, marina mercanti-
           le.  Il  naviglio  militare  sarà  migliorato  e  rimodernato,  mentre ex novo  saranno
           costruite due grandi  navi  da  battaglia.  Spezia, Taranto e Venezia  sono  confermate
           come  basi  principali:  la  prima  ha  un  ruolo  centrale  verso  la  Francia,  la  seconda
           verso  il  Mediterraneo,  la  terza  verso  l'Austria.  L'Accademia  Navale  di  Livorno  si
           avvia  a realizzazione  concreta.  La  politica  industriale  utilizza  le  commesse  pubbli-
           che per alimentare e far crescere l'impianto siderurgico di Terni. Per la marina mer-
           cantile  si  ricorre  a  misure  protezionistiche  secondo  la  moda  del  tempo:  nel  caso
           dell'Italia si deve riconoscere che hanno una funzione prevalentemente difensiva.
               Alcune  di  queste  scelte,  giudicate  col  senno  di  poi,  producono  anche  degli
           errori,  ma  non  si  possono  criticare  senza  riflettere  che  quindici  anni  di  politica
           liberista  non  hanno  condotto  al  decollo  economico  e  industriale:  non  è  senza
           significato  che  sotto  il  governo  della  Destra,  la  Commissione  parlamentare
           d'inchiesta sull'industria abbia concluso che le condizioni del Paese sono talmente
           penalizzanti da esigere l'intervento dello Stato per superarle.
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