Page 53 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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LA NASCITA DELLA RF,C;IA JvlARINA 37
nuove corazzate in Adriatico, dove il pescaggio dei porti è limitato. Ha in mente,
inoltre, l'esempio dell'Inghilterra, dove ci si è orientati verso le 9.500 t per la
costruzione della Col!ingwood. Questa però è~ una nave nuova, capostipite di
un'intera generazione di unità da battaglia; i progcttisti italiani, invece disegne-
ranno un Duilio appena più piccolo, con dislocamento superiore alle 11.000 t ed
una immersione maggiore di quella fissata. 'J;lli furono le tre corazzate (Ruggero
di Lauria, Francesco MOl'Osini, Andrea Doria) impostate tra il 1881 e il 1882; e
andrà delusa anche la speranza che la mole ridotta diminuisca il tempo di appron-
tamento, perché le tre Lauria assorbiranno in media otto anni tra l'impostazione e
l'entrata in squadra.
Mcno controversa è invece la politica degli incrociatori e delle unità minori,
che anche i successori dell'Acton riprenderanno. Utilizzando cantieri inglesi solo
per realizzare prototipi che sono poi riprodotti dall'industria italiana, la flotta
viene dotata cii incrociatori -avviso, incrociatori-torpedini eri, arieti-torpedinieri.
Hanno buona velocità e buona artiglieria, cui si aggiunge lo sperone e l'apparato
per il lancio dei siluri. Sono navi adeguate alla politica ed alla strategia italiane;
corrispondono agli incrociatori auspicati dal Bonamico e avranno lunga vita sui
mari di tutto il mondo. Sono stati costruiti per sostenere missioni coloniali, sta-
zioni navali, presenze oltremare e, in caso cii conflitto, per condurre la guerra al
traffico. Per quest'ultimo compito, si pensa cii affiancare loro anche vapori anna-
ti. In tema di siluranti, superata la fase sperimentale, la flotta viene provvista di
squadriglie ol11ogenee di torpediniere (classi Fllter/Je, Mosca, Aldebaran), il cui
primo impiego, in coordinamento con le forze terrestri, avrà intenti difensivi per
la protezione delle basi e di punti critici del litorale.
Mentre l'opera di rafforzamento della flotta e di edificazione del potere
marittimo italiano procede, è notevole che i responsabili, pur polemizzando tal-
volta tra loro con grande accanimento, siano poi capaci di collaborare nell'inte-
resse della lv1arina e siano anche capaci, al Illolllento opportuno, di nOI1 incapo-
nirsi nelle proprie convinzioni. Quando Ferdinando Acton, dopo l'occupazione
francese di Tunisi e la firma della prima Triplice, decide la costruzione delle
nuove corazzate della classe Re Umberto (13.000 t di dislocamento, diciannove
nodi di velocità), sebbene grin e Saint Bon siano stati i suoi oppositori più feroci
alla Camera, chiederà proprio al Hrin cii disegnarle, e con ogni evidenza si ade-
guerà nella scelta più alle vedute del Saint gOI1 che alle sue personali.
I nuovi alleati tedeschi, con incerto realismo, consigliano di gettarsi
all'attacco per scoraggiare invasioni e di impiegare l'Esercito, come previsto in
Germania, contro forze nemiche sbarcate. Ma le manovre navali e terrestri italiane
110n danno risultati definitivi e confortami. Acton allora, riprendendo idee già
espresse dal Vecchj al tempo del Saint Bon, punta a valorizzare la base de La Mad-
dalena e la Sardegna, facendo avanzare ad ovest il baricentro operativo della flotta;