Page 47 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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LA NASCITA DELLA REGIA MARINA
MARIANO GABRIELE
Non parlerò della flotta di Lissa, in parte trovata, in parte improvvisata
nell'imminenza della guerra. Peraltro, come ben precisò la Commissione d'inda-
gine, la sconfitta non andava attribuita ai difetti del materiale, ma a quelli degli
uomini, ancora incapaci di guidare un Esercito e una Marina di dimensione
nazionale.
Tratterò invece della nascita e del primo sviluppo di quella Regia Marina
che sarebbe stata strumento militare marittimo del Paese in tempo di guerra e di
pace, attraverso Monarchia e Repubblica. Suo elemento distintivo primario è il
carattere nazionale della concezione e clelia realizzazione delle navi; questo
riguarderà anzitutto le capitaI ships, ma anche gli incrociatori e gli esploratori,
pur se qualche prototipo verrà dall'Inghilterra per essere riprodotto in Italia; ed
allo stesso modo le siluranti, provenienti in un primo tempo da cantieri stranieri,
saranno infine costruitc da quelli italiani. Tutto ciò implicherà la creazione di
un'industria complessa - mctallurgica, metalmeccanica, cantieristica navale in
fcrro - che nessuno Stato preunitario possedcva e che sarà realizzata in tempi
rapidi, in relazione alle condizioni del Paese.
La guerra del 1866 ha lasciato la Marina avvilita, in crisi morale e matcriale.
Il processo Persano la ha screditata e nc ha fatto il capro espiatorio delle disav-
venture di terra e di mare, le disponibilità di bilancio precipitano. Del resto, la
prospettiva di un'alleanza austro-franco-italiana per combattere contro la Prussia
contribuisce a far ritenerc che, almeno nel breve periodo, la Marina serva poco.
In questo clima si colloca un fatto nuovo. Con una certa dose di coraggio, il
nuovo ministro Riboty proclama davanti al Parlamento, nel febbraio 1868, la
missione storica della futura marina italiana. Essa dovrà "proteggere gli interessi
marittimi della nazione c costituirle una giusta influcnza nella bilancia della poli-
tica europea". Non è un mandato da poco, e per assolverlo bisogna guardare lon-
tano. In quell'anno stcsso Carlo De Amczaga scrivcrà sulla neonata "Rivista
Marittima"; "abbiamo bisogno di parecchi anni di raccoglimento per iscoprire
mercè i lumi dell'espcricnza le leggi che dovranno assicurare alla nostra marina
un avvenire degno di Ici". Il ministro si impegna, cura la preparazione degli uffi-
ciali, stabilisce che le Scuole csistenti accolgano tutti insieme gli allievi che fre-
quentano i corsi di Napoli e di Genova in successione, promuove la "Rivista