Page 46 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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30 VINCENZO PEZZOLET
Carabinieri Reali di Sardegna; Giovanni Serpi, già comandante dei Carabinieri
di Sicilia; Trofimo Arnulfi, già comandante dei Carabinieri di Napoli; Ferdinan-
do Martin Montù Beccaria, già comandante in 2" dei Carabinieri Reali. I motivi
di questa scelta appaiono chiari considerando la provenienza degli ufficiali appe-
na menzionati: la necessità di non privare i militari piemontesi, sardi, siciliani e
napoletani che costituivano la maggioranza in seno all'istituzione, dei loro
comandanti naturali e cercare la perfetta intesa tra base e vertice in una formula
aggregante che potesse risolvere i complessi problemi organizzativi connessi con
l'eterogenea estrazione geografica del personale e con le diverse caratteristiche
ambientali e sociali delle varie provincie del nuovo Regno d'Italia.
Le Legioni territoriali, Comandi di Corpo con linea amministrativa autono-
ma, rette da colonnelli, simili agli attuali Comandi Regionali, si ponevano come
necessario raccordo decisionale ed operativo tra l'organo di vertice, il Comitato
e le Divisioni il cui numero era cresciuto a tal punto da rendere ingestibile
l'antico rapporto diretto, quando lo Stato sabaudo era costituito da appena
quattro regioni (Savoia, Piemonte, Liguria e Sardegna). Le originarie Legioni
furono tredici territoriali: P Torino; 2" Genova; 3" Cagliari; 4 Milano; sa
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Bologna; 6 a Firenze; 7" Napoli; 8" Chieti; 9" Bari; lO" Salerno; ll Catanzaro;
12 a Palermo; Ba Ancona più la 14 Allievi a Torino.
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