Page 85 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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opere devono essere ricordati. Nella sua Breve storia dell'esercito italiano, Gior-
gio Rochat ha enfatizzato il ruolo di classe svolto dalle forze armate a supporto
del progetto di unificazione nazionale voluto dalla Corona e dalla borghesia (II).
Piero Del Negro, in più occasioni, è stato severo lettore dei miti militari affolla-
tisi attorno alle vicende dell'unificazione e ha rinviato per una loro spiegazione
all'analisi della composizione sociale ciel corpo ufficiali e clegli alti comandi dell'eser-
cito piemontese. Ha anche osservato come - al momento dell'unificazione - cir-
colava ancora fra molti militari un pathos sinceramente liberale di partecipazione
al progetto politica cii costruzione di un nuovo stato unitario: un sentimento che
tagliava con la chiusa tradizione piemontese preunitaria (anche se si sarebbe pre-
sto dissolto, lasciando l'esrcito in mano a "quadri tecnici" al posto dei preceden-
ti "quadri risorgimentali") (12). Lucio Ceva ha invece portato in primo piano un
irrisolto nodo giuridico-istituzionale, quello della definizione dei compiti dell' Al-
to Comando in caso di guerra (una definizione che non fu mai precisata a dove-
re nei decenni dello Stato liberale) e ha addebi to alla sua mancata soluzione le
difficoltà e le incomprensioni fra Corona, politici e militari (13). Il britannico J ohn
Gooch, in un volume cledicato alle relazioni fra politici e militari nell'Italia libe-
rale, ha infine posto l'accento sul ruolo frenante svolto dalla Corona nei confronti
di ogni apertura proveniente da alcuni settori dei militari: in particolare ha stig-
matizzato la monarchia che, senza riguardo all'autonomia delle forze armate, uti-
lizzò spesso il peso dei militari nel quadro dei propri contrastati rapporti con la
classe politica liberale (14). È evidente che questa nuova serie di studi ha arricchi-
to di molto il quadro storiografico (I.)), rinnovando e ampliando profondamente
le prospettive cii una storiografia militare in Italia sino a quegli anni ancora assai
tradizionale e attardata. Riletti ad anni di distanza dalla loro pubblicazione, que-
sti studi di Rochat, Del Negro, Ceva e Gooch presentano fra loro differenze di
(11) Cfr. Giorgio Rochat, Giulio Massobrio, Breve storia dell'esercito italiano dal 1861
al 1943 cit.
(12) Cfr. fra i suoi llIolti interventi Piero Del Negro, Esercito, stato, società. Saggi di
storia II/ilitare, Bologna, Cappelli, 1979; Id., Garibaldi tra esercito regio e nazione annata: il
problell/a del recllltamel/to, in Filippo Mazzonis (a cura di), Garibaldi condottiero. Storia, teo-
ria, prassi, Franco Angeli, Milano 1984; Piero Del Negro, La professione militare ilei Piemonte
costituzionale e l/ell'ltalia liberale, in G. Caforio, P. Del Negro (a cura di), Ufficiali e società.
Interpretazioni e II/odelli, Milallo, Angeli, 1988.
( 13) Cfr. Lucio Ceva, Aspetti polit ici e gillridici dell'Alto Comando il1 Italia (1848-194 J),
in "Il politico", a. XLIX (1984) n. I; e più in generale Id., Le forze annate, Torino, UTET, 1981.
(14) Cfr. John Gooch, L~sercito, stato, società in Italia (/870-/915), Milano, Angeli, 1994.
(15) Ma cfr. anche Fortunato Minniti, Esercito e politica da l'orta Pia alla TrilJlice al-
leanza, Roma, Bonacci, 1984; Filippo Mazzonis (a cura di), Garibaldi condottiero. Storia, teo-
ria, prassi cit.; Nicola Labanca, Jl gel/erale Cesare Ricotti e la politica militare italiana (1884-1887),
Roma, Stato maggiore dell'esercito. Ufficio storico,1986.