Page 90 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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74 NICOLA LABANCA
Quali furono i caratteri di quel modello? Da parte delle forze liberali più
aperte si era cercato di affermare un modello che vedesse la decisione della po-
litica militare finalmente sbilanciata verso il Parlamento, lasciando il governo
(cancelliere e ministro della Guerra) come amministratore delle decisioni par-
lamentari e lo stato maggiore come suggeritore e soprattutto esecutore tecni-
co: al gabinetto militare del monarca sarebbe pur rimasto ogni decisione circa
il comando dell'esercito in guerra. La fine del I<onfliktzeit delineò invece un
modello affatto diverso, fortemente sbilanciato verso quello che sarebbe poi
stato il gabinetto militare dell'imperatore. Bismarck riuscì a giungere ad un
compromesso finale in cui al Bundestag rimase l'approvazione del bilancio an-
che se con la formula del bilancio consolidato. Questa sembrò lasciare al par-
lamento la formale potestà decisionale, anche se non più annuale ma rinviata
ad ogni scadere del settennio. Dietro quella formula, però, passò il concetto
che il centro delle massime decisioni militari stava nello stato maggiore e nel
gabinetto della Corona, con il ministro della Guerra in funzioni sostanzialmente
amministrative ed esecutive e il Parlamento praticamente esautorato dei suoi
poteri di controllo: lo stesso ruolo del cancelliere veniva istituzionalmente in-
debolito, in questa configurazione, anche se per il momento la forte persona-
lità di Bismarck controbilanciò e contrastò tale indebolimento. L'esercito tedesco
ebbe il bilancio consolidato e la ferma di due anni: la politica di guerra volu-
ta dal monarca e da Bismarck fu portata avanti formalmente senza chiedere
fondi ulteriori al Parlamento.
In termini di scienza della politica, e di relazioni civili-militari, il I<on-
fliktzeit aveva posto all'ordine del giorno un problema fondamentale della po-
litica e degli stati contemporanei: il problema del controllo dei militari. Lo
scontro politico fra gli attori fu forte. La soluzione cui si addivenne rappre-
sentava una netta sconfitta delle ipotesi liberali e parlamentari attraverso quel
modello delle relazioni civili-militari e tutta la storia dell'impero tedesco ne
uscì condizionata.
È però possibile osservare che - prima della soluzione definitiva - tutti gli
attori erano attori forti: forte era il Parlamento che aveva osato sfidare il mo-
narca proprio sul terreno delle forze armate, forte era la personalità del can-
celliere Bismarck, forte era lo stato maggiore che faceva leva sul prestigio militare
dell'esercito e su quello sociale del suo corpo ufficiali, forte era infine la Co-
rona con il suo gabinetto. La soluzione finale del I<onfliktzeit scivolò verso il
compromesso.
La soluzione moltiplicò la forza della Corona e dello stato maggiore. Eppu-
re - per quanto quello dell'imperatore, del suo gabinetto e dello stato maggiore
risultarono i più forti - anche gli altri attori, gli altri poteri, avevano avuto una
propria forza. L'asprezza del Konfliktzeit era discesa proprio da questo.