Page 64 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1915-1943) - Atti 22-24 ottobre 2003
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            la costituzione degli appositi Fasci  per la  Costituente.  Contemporaneamente ave-
            va portato avanti un'altra operazione di sensibilizzazione, avente come destinata-
            ri i "trinceristi", i reduci e alcuni gruppi organizzati  dell'ex combattentismo.
                Subito dopo la fine  della guerra aveva stretto legami più forti con alcuni grup-
            pi di mutilati, invalidi e feriti  di guerra facendosi  promotore sul "Popolo d'Italia"
            di  una  campagna a  favore  di  una  "superpensione"  per  i  supermutilati  e  per  un
            trattamento economico migliore ai  militari  che  venivano  rimpatriati, appoggian-
            do iniziative volte a creare organizzazioni  di  ex combattenti.
                Un'altra  campagna  di  stampa clecisiva  fu  quella  che  Mussolini  mise  in atto
            nel gennaio-febbraio del  1919, contro i "rinunciatari"  e il  Partito socialista. Ad
            aprile  clello  stesso  anno  l'andamento  sfavorevole  alle  aspirazioni  italiane,  nella
            prima fase delle trattative di Parigi, aveva provocato le reazioni dell'opinione pub-
            blica  borghese  e  della  stampa.  In  alcuni  ambienti  - specialmente  nazionalisti  e
            cattolici  - come  rileva  De  Felice  "cominciarono  ad  affacciarsi  'interpretazioni'
            che,  più o  meno esplicitamente, tendevano a  spiegare l'ostilità degli Alleati  ver-
            so le rivendicazioni italiane con oscuri interessi e manovre dell' ''Alta banca", cioè
            della finanza  internazionale "ebraica" (49).
                In  maggio venne realizzata una imponente campagna di  stampa che poneva la
            necessità cii  un atto risolutivo avente come obbiettivo Fiume, operazione che scattò
            di lì a poco, il  12 settembre e che  "II  Popolo d'Italia" sosterrà a spada tratta.
                Scrive Guglielmo Ferrero il  27 settembre  del  1919 sul  "Secolo":

                "Molti giornali si  sono meravigliati  che ai  primi  bandi  della spedizione, tutti
            pieni di  amor  patrio,  siano venuti a mescolarsi  altri  bandi i  quali  incitano  il  po-
            polo italiano a insorgere contro il  governo ignobile e vile,  che regge  i nostri de-
            stini, e l'esercito a fare un colpo di Stato (  ... ).  L'Italia è il primo dei paesi vittoriosi
            che,  da una settimana, si  trova tra clue  fuochi:  la rivoluzione rossa e la rivoluzio-
            ne  bianca.  C'è chi lavora a fare  dell'esercito un ariete cla  guerre civili" (50).



            I.:adesionc degli  italiani alla "nuova religione della dittatura"

                I giornali - la  cui  diffusione  in  tempo di  guerra era enormemente aumentata
            - avevano  perfezionato  alcune  tecniche  di  persuasione  diventando  delle  vere  e
            proprie' "armi di  manovra". È il  caso ciel  "Popolo d'Italia".  Questo giornale, che
            aveva iniziato le pubblicazioni il  15  novembre 1914, era diventato un laboratorio



                (49)  [vi,  p.  525, in  nota.
                (50)  G. Ferrera, Da Fiume a Roma. Storia di quattro almi (1919-1923), Milano, Athena 1945.
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