Page 65 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1915-1943) - Atti 22-24 ottobre 2003
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LA FUNZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA ITALIANA DAL PRIMO DOPOGUERRA ... 43
di esperimenti linguistici e la fucina di una serie di formule di opinione che co-
stituiranno il corpo dottrinario del fascismo, la sua "veste ideologica" - come
ha scritto Rumi (51). L'esaltazione della violenza, del reducismo come istituzio-
ne, della legge della giungla nelle relazioni internazionali, sono solo alcuni dei
"cavalli di battaglia" della retorica fascista.
Nel lasso di tempo che intercorre tra la fine della guerra e l'avvento del fa-
scismo si era alimentato attraverso "Il Popolo d'Italia" un movimento politico
"tirato su giorno per giorno" - uso le parole di De Felice - "( ... ) e che improv-
visamente si rivelò a Mussolini"(52). "Non è certo un caso - afferma De Felice-
che pur impegnandosi a fondo nei Fasci di combattimento, Mussolini continuò
a lungo a considerare questi a un gradino inferiore di quello su cui poneva "Il
Popolo d'Italia", preferì - quando voleva farlo in prima persona - parlare attra-
verso il suo giornale e non attraverso i Fasci ( ... ) e mantenne sempre ben distinta,
anche economicamente, l'''azienda'' dal movimento" (53).
Tra il 1921 e il 1922 si assiste ad una progressiva disgregazione dell'opinio-
ne pubblica liberale. "La Tribuna" e "Il Giornale d'Italia" sono gli organi di stam-
pa che interpretano con maggiore decisione e autorevolezza umori filofascisti e
antidemocratici vedendo di buon occhio il nuovo movimento mussoliniano. "Al-
lineamento questo - come sostiene Castronovo - di estrema importanza ove si
consideri - oltre ai legami politici dei due quotidiani romani con la destra sa-
landrina o con gli ambienti liberaI-nazionali e a quelli economici con gli ambienti
della grossa siderurgia o delle maggiori centrali finanziarie e immobiliari - il fat-
to che il loro raggio d'azione si estendeva a gran parte dell'opinione pubblica
qualificata delle regioni centro-meridionali" (54).
Filofascisti erano anche il "Corriere della Sera" tra il 1920 e il '21 e la ca-
tena dei giornali clerico-moderati dell'Unione editoriale, la stampa provincia-
le cattolica lo divenne nella prima metà del 1921 cosÌ come "Il Secolo",
nonostante la strenua difesa delle forze democratiche nei confronti della mi-
naccia autoritaria da parte di alcuni giornalisti - tra cui Ferrero. Tra il 1921
(51) G. Rumi, "Il Popolo d'Italia" nel {Jrimo dO{JOguerra, in Dopoguerra e fascismo; poli-
tica e stampa in Italia, Bari, 1965, p. 427-524.
(52) De Felice, op. cito 461. "I fasci di combattimento - continua De Felice - nacquero in
un clima confuso e contraddittorio, nacquero essi stessi pieni di confusione e di contraddizioni,
nacquero contro il Partito socialista e inquinati di nazionalismo. Nacquero però indubbiamente
su un terreno e con una prospettiva di sinistra" (ibidem).
(53) De Felice, op. cit., p. 462.
(54) V. Castronovo, op. cito p. 318.