Page 66 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1915-1943) - Atti 22-24 ottobre 2003
P. 66
44 LORELLA CEDRONI
e gli ultimi mesi del 1922, alla vigilia dell'avvento del fascismo, la crisi dell'An-
saldo, la caduta della Banca Italiana di Sconto e il ripiegamento dell'Uva espo-
nevano poi alcuni settori dell'editoria giornalistica a improvvise crisi finanziarie
o a mutamenti ai vertici aziendali, fenomeno che indubbiamente favorì la scom-
parsa e il ridimensionamento di numerosi quotidiani.
Di lì a breve si sarebbe realizzata la massiccia adesione a quella "nuova re-
ligione della dittatura" - per usare l'espressione di Ferrero - una fede "capace,
non solo di trasfigurare, ma addirittura di creare i suoi nuovi idoli" (55); una fe-
de basata sul "potere magico della parola" che non a torto è stata ritenuta un
fondamento del regime (56); una fede - come ha scritto Franco Venturi - "fer-
ma e profonda, che le parole reggono il mondo, che basta cambiare i calenda-
ri, i nomi, i termini, le designazioni, perché cambino gli anni, gli uomini, i
concetti, gli strumenti "(57).
"I.:ambiente nuovo - si legge in prima pagina in un articolo redazionale su
"Il Secolo" all'indomani del primo Consiglio dei Ministri di Mussolini (10 no-
vembre 1922) - "che la vittoria fascista ha creato a palazzo Viminale è uno
degli aspetti più curiosi e più caratteristici della trasformazione avvenuta nel-
la Roma burocratica ( ... ). L'on. Mussolini stamane ha ricevuto i membri del
comitato centrale dei mutilati di guerra ( ... ) è stato commovente ( ... )". E "aven-
do avuto notizia che gli ufficiali del presidio di Roma intendevano fare una
dimostrazione in suo onore, ha diretto al gen. Pugliese la seguente lettera:
( ... ) Le dichiaro che non resto insensibile davanti a questo proposito, so-
prattutto in considerazione del fatto che esso emana dagli artefici della vittoria
ma io la prego, signor generale, di far sapere ai suoi valorosi ufficiali questo
mio desiderio: nessuna manifestazione per me e per gli altri.
Ella e i suoi ufficiali comprenderanno la ragione di questo mio atteggia-
mento. L'esercito nazionale non può, non deve né applaudire né disapprovare.
Esso deve soltanto e sempre fedelmente ubbidire. In ciò sta la sua forza, la sua
grandezza, la sua gloria" (58).
(55) G. Ferrero, In cerca di un dittatore, "Il Secolo" 4 luglio 1923, ora in G. Ferrero,
La vecchia Italia e la nuova, a cura di L. Cedroni, Napoli Esi, 1997, p. 224-227.
(56) P. Spriano, L'informazione nell'Italia unita, cit., p. 1849.
(57) F. Venturi, Il regime fascista, II, in Trent'anni di storia italiana, Torino, Einaudi 1962,
p.186.
(58) "Il Secolo" 2 novembre 1922.