Page 59 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1915-1943) - Atti 22-24 ottobre 2003
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LA FUNZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA ITALIANA DAL PRIMO DOPOGUERRA 000
Se guardiamo agli indirizzi della letteratura e della saggistica di vasto consu-
mo notiamo una prevalenza della narrativa erotico-avventurosa e "immaginifica";
da Oriente veneziano di Giuseppe Brunati, romanzo anteguerra ripubblicato nel
1920, alle Smorfie dell'anima di Mario Mariani del 1919, e Cocaina (1921) dell'esor-
diente Pitigrilli (27). Ora il punto essenziale - e su questo mi sembra Zapponi ab-
bia detto parole illuminanti - è che "ad accogliere alla lettera l'ipotesi di una cultura
giunta nel 1922 a dissolversi nell'ideologia di un regime autoritario, si potrebbe
concludere che la storia della cultura italiana durante il fascismo non possa esse-
re raccontata, per la semplice ragione che nulla può dirsi riguardo a ciò che non
è esistito ( ... )" (28). Sappiamo che non è cosÌ. È accaduto, invece, che "quasi tut-
te le posizioni culturali del ventennio fra le due guerre, fasciste e antifasciste" ab-
biano indotto a credere "che le sorti della politica si giocassero sul tavolo della
cultura, e dunque autorizzassero a pensare che fosse divenuto compito istituzio-
nale degli intellettuali, indicare al potere la strada del futuro" (29).
Questa idea sarà presente in quella corrente politica e intellettuale che si
configurerà come socialismo liberale. In alcuni scritti di Piero Gobetti è già
possibile rinvenire una prima formulazione in tal senso; nel maggio del 1919
scrive: "Oggi i partiti si sono limitati a formule vaste ed imprecise, da cui nul-
la si può logicamente e chiaramente dedurre ( ... ). Si riduce - e va annullan-
dosi - la possibilità di azione comune, la quale può nascere solo dal coesistere,
accanto agli interessi, delle ragioni ideali, teoriche, ed esse poi concrete, cioè
diventate questioni politiche" (30).
La guerra aveva sancito l'entrata delle masse nei processi politici e culturali del
paese. Scrive Zapponi: 'Tampliamento della partecipazione culturale tendeva in-
fatti a tradursi in una domanda crescente di informazione nel campo della cultura,
da parte di un'opinione pubblica desiderosa di essere guidata nelle proprie scelte;
fenomeno cui veniva a corrispondere, da parte degli ambienti culturali, una mag-
giore consapevolezza della propria omogeneità sociale, della propria influenza sta-
bile sul1a collettività, del proprio essere parte integrante, in ultima analisi di un sistema
istituzionale, con suddivisioni interne, gerarchie, riti pubblici". Ben presto l'opinio-
ne pubblica italiana, almeno quella parte più sensibile e in grado di farsi un'idea su
quanto era accaduto, si accorse che: "alla fine del conflitto, nessun rinnovamento
autentico si era verificato: la letteratura 'non era cambiata', se non fosse nella
(27) Rimando ai riferimenti contenuti soprattutto nel secondo capitolo del volume di
N. Zapponi, op. cito p. 89 e ss.
(28) Ivi, p. 102.
(29) Iv.i, p. 104.
(30) P. Gobetti, La /lostra fede, "Energie Nuove" 5 maggio 1919.