Page 73 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1915-1943) - Atti 22-24 ottobre 2003
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LA MARINA DI FRONTE ALLE AGITAZIONI SOCIALI NEGLI ANNI DIFFICILI 000 51
La Sinistra al canto di "Bandiera Rossa" adopera un linguaggio molto viru-
lento a favore della III Internazionale, dei soviet e degli spartachisti, contro la bor-
ghesia, le gerarchie militari e l'Arma dei Carabinieri, pel; l'avvento in Italia della
repubblica e l'espropriazione dei mezzi di produzione da parte della classe ope-
raia, con la contrapposizione al nascente fascismo che gradualmente assume po-
sizione dominante nei disordini che devastano "Italia in una situazione di guerra
civile. Sulla prima pagina dell'''Avanti!'', organo del Partito Socialista che con le
elezioni dell'autunno 1919 guadagna un buon numero di seggi alla Camera, la vi-
gnetta centrale viene spesso dedicata al generale dell'Esercito, che impersona il
militarismo da combattere; la Marina costituisce obiettivo di minor interesse per-
ché poco presente sul territorio ed estranea alle misure per fermare la ritirata di
Caporetto. Tra il 1919 e il 1922 sono frequenti i casi, sopratutto nelle città del
Nord, di ufficiali dell'Esercito, che per regolamento devono fuori servizio vestire
l'uniforme con la pistola salvo casi particolari (Archivio Carabinieri, Busta 1133.20),
aggrediti e talvolta disarmati per inadeguata reazione per timore di conseguenze
legali (ACS, P.S. 1920, Busta 58; quotidiani vari). Non si è trovata traccia di casi
simili per ufficiali di Marina, cui il regolamento consente - tranne che ai mono-
gallonati - l'uso dell'abito civile fuori servizio, sebbene essi non siano da esclu-
dere. Ma la Marina è anch'essa coinvolta dall'ondata di antimilitarismo, basta
ricordare le manifestazioni ostili a Livorno nel 1920, seguite da tumulti e sciope-
ro generale, contro il corteo di allievi dell'accademia navale di ritorno con le ban-
diere dalle celebrazioni a Roma per l'anniversario del IV novembre (quotidiani
vari). Non è solo con la stampa (anche "Umanità Nova" dal febbraio 1920, or-
gano degli anarchici italiani) che viene svolta quest'opera di propaganda; basta
leggere da un documento del Ministero della Marina dell'agosto 1920 l'appello
della Federazione Giovanile Socialista Italiana rivolto ai giovani della classe di ,le-
va 1901 chiamati alle armi ("con le armi di cui la borghesia li ha forniti, i figli
del popolo lotteranno contro la borghesia stessa"), più sensibili - come già la clas-
se 1900 - alle sollecitazioni del monclo esterno dei marinai di leva che avevano
fatto la guerra ed erano ben affiatati a bordo (USMM, Busta 1472).
Un indice clelia delicatezza della situazione è anche l'aumento dei reati ri-
spetto agli anni di pace precedenti la guerra. Da un esame delle sentenze del Tri-
bunale Militare Marittimo di Spezia (AS SIJezia, ibid.), sufficientemente rappresentative
per tutta l'Italia perché relative al dipartimento con maggiori agitazioni sociali,
si osservano punte negli anni 1920 e 1921; a parte il furto che costituisce un ri-
flesso delle condizioni cii miseria del Paese, è elevato il numero clelle diserzioni,
in particolare quelle da bordo all'estero. Queste non sono una novità nella sto-
ria della Marina in anni in cui è forte l'impulso all'emigrazione alla ricerca di mi-
gliori condizioni 'di vita, ma nel caso della permanenza della corazzata Cavour
negli Stati Uniti per quattro mesi nel 1919 i marinai disertori sono ben 40, più
del 30/0 dell'equipaggio, puniti poi con una esemplare condanna cii 15 anni in