Page 166 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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             fu  espressa attraverso la vibrata protesta di  Pietro Nel'lI1i  nel suo intervento alla Ca-
             mera, 1'11  marzo:  «Da due anni tuttp il  senso della politica estera del governo con-
             siste  nella sua volontà di  inserire il  Paese  in  organizzazioni di  carattere militare.  Il
             Piano Marshall, l'OECE, il  Patto di  Bruxelles e il  Patto Atlantico costituiscono un
             insieme  unico  diretto  alla  divisione  delle  nazioni CI  15»>.  Accusò  il  governo di  reti-
             cenza e di  menzogne protrattesi da lungo tempo (116)  al  fine di portare l'Italia in  un
             Patto definito difensivo  dal  governo ma  in  realtà offensivo, che nulla aveva a  che
             fare  con gli  interessi  del  Paese.  «Siamo  di  fronte  a  una  mistificazione  dell'attività
             parlamentare;  il  metodo  di  porre  il  parlamento  dinanzi  a  patti  già  conclusi  non
             rientra nel sistema democratico. Noi apprendiamo oggi per la  prima volta che tut-
             to quello che ci  è  stato fatto  credere fino ad ora è  falso  ( ... ).  La  decisione del go-
             verno è forse  la più grave che sia stata presa nella storia del  nostro Paese.  E' grave
             come quella che il  governo fascista  prese nel  1939 quando firmò  il  Patto d'Accia-
             io. Anche allora si  disse di  voler difendere la  pace(117»>.  Anche il  Partito repubbli-
             cano, attraverso Ugo  La Malfa, concordò sulla necessità che la Camera fosse  mes-
             sa  in grado di  giudicare attraverso  una esposizione  preliminare del  governo, non
             di  fronte  alla  Commissione Esteri  ma dinanzi  a  tutta l'assemblea.  I rappresentanti
             comunisti espressero le loro perplessità sulla scelta del governo di  avviare il  dibat-
             tito  parlamentare senza che  fosse  giunto l'invito ufficiale da  parte degli  otto Stati
             fondatori.  L'agitato dibattito svoltosi  alla Camera trovò vasta eco su  tutti  i quoti-
             diani. Appare alquanto sorprendente che  il  Corriere  della  Sera,  il  12 marzo,  pub-
             blicasse in  prima pagina un articolo titolato:  «Nuove proposte italiane per risolve-
             re  la  questione delle colonie (118»>,  ignorando  quanto era accaduto in  parlamento
             il  giorno  precedente.  Dopo  il  contrastato dibattito  parlamentare l'opposizione al
             Patto si  trasferì nelle strade e nelle piazze del Paese.  Il  12 marzo, a Milano, in qua-
             si  tutte le  fabbriche si  ebbero sospensioni dell'attività lavorativa; delegazioni ope-
             raie  si  recarono  alla  Prefettura e  dinanzi  ai  consolati  degli  Stati  Uniti  e  di  Gran
             Bretagna per esprimere la  loro protesta. Anche a Torino si  ebbero manifestazioni
             con la partecipazione di  diecine di  migliaia di operai. Significativa la decisione dei



                 (115)  Ibidem.
                 (116)  Nel  5110  intervento Nenni  citò le  affermazioni  fatte  da alcuni  leader della  Demo-
             crazia Cristiana:  "Noi  soprattutto vogliamo che  il  nostro  popolo non sia  alleato di  un  bloc-
             co o  dell'altro»,  De Gasperi, ad Ancona  I  marzo  1948; "Noi non sentialllo nessuna  necessi-
             tà  di  aggiogarci  a  un  blocco o  ad  un  altro»,  Piccioni,  a Genova  1 marzo  1948 ;  "Noi non sa-
             remo liberi se saremo protetti dalla  Russia contro l'America o dall'America contro la  Russia»,
             De Gasperi, Vercelli,  H marzo  1948.
                 (117)  Ibidem.
                 (118)  Corriere della Sera,12 marzo  1949, p.I.
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