Page 169 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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       VOPINIONE  PUBBLICA  E VADESIONE  DEWITALIA  AL  SISTEMA  DEWALLEANZA  OCCIDENTALE

       nel chiedere la fiducia del parlamento sulla «accessione di massima», fiducia richie-
       sta nonostante la scarsità di informazioni fornite in quanto «si era ancora nella fa-
       se esplorativa e ancora non erano note le condizioni poste dai diversi Paesi».  Que-
       sta tattica consentÌ a De Gasperi di  portare molto avanti i negoziati e, nonostante
        la dura opposizione in parlamento, di riuscire a presentarli come un evento inelut-
       tabile.  Il  dissenso nell'area di sinistra della DC andò affievolendosi:  un ordine del
       giorno per discutere  le  proposte del  presidente  del  Cdnsiglio vide  la  presenza di
       solo ottanta deputati su trecento dell'intera rappresentanza parlamentare e di que-
       sti solo tre votarono contro l'azione politica di  De  Gasperi (129).
            Dopo  la  firma  del  Patto  Atlantico,  Nenni  scrisse:  «L'uomo  della  strada si
        chiede:  e adesso?  El  vero, non è successo niente.  Non successe niente nemme-
        no  all'indomani  del  Patto d'Acciaio.  Oggi,  come allora, si  è  solo  passati  dallo
        stato di  pace a quello di  guerra (130).  Anche  se  il  ministro degli  Esteri si  sforza
        di dimostrare che l'Italia non è automaticamente legata al carro della guerra es-
       sa, in  realtà, è divenuta la  portaerei del blocco occidentale (131)>>.  Il  dibattito al
       Senato era ancora in  corso  quando,  il  22 marzo,  giunse  la  notizia che  truppe
        americane,  in  assetto  da guerra e  provvisti  di  carri  armati  stavano svolgendo
        esercitazioni da sbarco presso Augusta.  Da tempo vi  erano manovre navali, ma
        al  largo:  era la  prima volta, dopo la fine  della guerra, che era effettuato un ve-
        ro  sbarco.  Nuove accuse  furono  mosse  a  De  Gasperi  per aver  già provveduto
        alla cessione  di  basi  ancora prima che  le  due  Camere esprimessero il  loro vo-
        to(132).  Il  dissenso,  in  forme  diverse,  fu  espresso  da  esponenti  di  diversi  rag-
        gruppamenti politici.  Il  rappresentante del gruppo misto, senatore Bencivenga,
        affermò:  «Le  misure  difensive  precauzionali  conducono  inevitabilmente  alla
        guerra:  l'Italia deve  rimanere nella  più assoluta neutralità».  Il  monarchico Lu-
        cifero  pur sostenendo che  il  Patto  «ci  vuole  per salvare la civiltà occidentale»
        lo  definÌ  «non  del  tutto  rassicurante».  Dai  banchi  dell'opposizione  venivano
        nuove,  gravi  accuse  all'operato del governo.  Il  senatore Negarville,  del  PCI,  de-
        nunciava la  precipitazione a  ottenere la  fiducia  al  fine  di  sopraffare la volontà
        del  Paese  scaricando,  successivamente,  la  responsabilità  sul  parlamento.  «La
        campagna di menzogne scatenata sulla Russia vuole solo nascondere l'aggressività


            (129)  Dossetti,  Gui  e  Del  Bo.  Si  veda:  G.  Di  Capua, Come l'Italia,  cito  p.  169-182 e
        G.  Baget Bozzo, Il  partito cristiano al potere.  La DC di De Gasperi e Dossetti,  1945-1954,
        Firenze,  1974, p.  274.
            (130)  P.  Nenni, "Quello che c'è di nuovo", in: Mondo O{Jeraio, 2 aprile 1949, n.  19, p.  1.
            (131)  P.  Nenni, "L'Italia portaerei del  blocco occidentale", in:  Mondo  Operaio,  16 aprile
        1949, n. 20, p.  1.
            (132)  r:Unità, 23  marzo 1949, p.  1.
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