Page 174 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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RENATO IIATrISTA LA RACINE
di interposizione tra fazioni in lotta, vicnc intcsa dall'opinionc pubblica comc
un' "opcrazione di pace" (in effetti dclla Marina muore un marinaio del "San Mar-
co" cd altri sono feriti); essa ha anche il valore aggiunto di "indipcndcnza nazio-
nale", pcrchè i contingenti militari a terra, tra cui quello degli Stati Uniti, operano
con appena una leggera forma di coordinamento.
Altra operazione di Marina ben pubblicizzata e gradita all'opinione pubblica
è la bonifica mine in mar Rosso nel 1984, tipica attività multinazionale di pace,
dove, a livcllo localc, ciascun gruppo nazionale di cacciamine fà direttamente ca-
po alle autorità egil',iane. La partenza dellc navi per la missione del golfo Persico
del 1987-88, prima dislocazionc dopo la seconda guerra mondiale lontana dalle
acque mediterranee, invece, ha luogo sotto una tutela politica dubbia di frontc al-
l'attivismo dclle associazioni pacifiste (numcrose di matrice cattolica, ambientali-
sti di varia estrazione, sinistra antagonista) in un dibattito politico acccso, che tcn-
dono a negare l'opportunità di partecipazione cui fà eco il pianto delle madri per
"i figli che vanno in guerra" (il Iso/il del pcrsonale è di Icva). Cequipaggio di una
nave in partenza da Augusta non può scendere a terra a sal utare le famiglie impc-
dito dai dimostranti (I). Infatti la regìa generale è statunitense, anche se per l'as-
solvimento dei compiti di difesa del traffico mercantile nazionale e di sminamen-
to durante la "guerra delle petroliere" tra Iran e Iraq il necessario coordinamen-
to con le altre Marine presenti viene assicurato solo da informali contatti in loco.
Per fare un altro esempio di quanto sia sofferto il rapporto con l'opinione pubbli-
ca, possiamo citare l'articolo su un grande quotidiano d'informazione (La Repub-
blica, 21 dicembre 1987) di un inviato in una base navale in occasione del rien-
tro di tre fregate dal Golfo dopo cento giorni di missione. Dalla lettura tutto quel
che si ricava è "la paura provata dai marinai" e "l'inutile saccheggio di profilatti-
ci dalla infermeria di bordo" perchè - afferma il nostromo della frcgata -
"un' orientale voleva circa un mil ione di I ire, un paio di ragazze occidentali, for-
se francesi, ci stavano per 400 dollari"; finalmcnte, annota il diligentc cronista, i
marinai in franchigia si possono avviare nei vicoli della città "dove le case sono
illuminate da inconfondibili luci rosse".
Cronache dello stesso quotidiano sono dedicate alle fabbriche d'auto, nelle
quali giustamente invece si dà risalto al lavoro degli operai ed ai problemi dell'in-
dustria automobilistica. Non è tanto la modestia culturale del singolo giornalista
che si vuole qui sottolineare, dimentico delle pagine navali di Orio Vergani e Di-
no Buzzati ispirate durante la guerra alla percezione dci valori umani e spesso
(I) Vedi anche Rivista Marittima, SlIfJfJ/. l/20D3 p. 91 (ricordi di un ufficiale)

