Page 243 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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       NOTE  SUI  IIILANCI  MILrIi\RI  DELLA  REPUBBLICA.  UNA  FONTE  TRASCURATA


           Il  primo strumento era quello, come si  è  detto, dci  controllo parlamentare.
       Conferire alle Camere uno spazio ed un potere di controllo cui il  parlamento del-
       l'Italia liberale aveva in buona parte rinunciato e cui la Camera delle corporazio-
       ni  del  fascismo  certo non voleva né poteva assolvere, avrebbe potuto configurare
       quasi una "rivoluzione" dei  rapporti politici fra  politici e militari.

           Un  altro potere di  controllo, sia pure successivo e apparentemente solo stati-
       stico, avrebbe potuto essere svolto dalla Ragioneria dello Stato. Una determinazio-
       ne ed una scomposizione più attente delle spese militari rispetto a come erano ri-
       portate nei bilanci della Difesa avrebbe fornito al  potere politico uno strumento di
       conoscenza suppletivo.
           Il  terzo potere di controllo risiedeva nella Corte dei Conti.  Le sue competen-
       ze  di  controllo  preventivo  di  legittimità  e  di  controllo  successivo  di  gestione,  e
       quindi dei bilanci, più di  recente anche il  compito di  verificare la funzionalità dci
       controlli interni all'amministrazione:  in  una parola la  possibilità ad essa conferita
       di  esprimere pareri e - attraverso una specifica magistratura, appunto dei  Conti -
       di  irrorare sanzioni, e il  conferimento a tale istituzione di poteri d'inchiesta a van-
       taggio e a consulenza dci  Parlamento,  configurano oggi  la  Corte dei  Conti come
       una delle istituzioni centrali nel panorama dei controlli.
           Gli  storici  hanno appena  iniziato  a  studiare  seriamente  queste tematiche.
        Lo  studio del controllo politico e di  governo è stato ostacolato dal ritardo con
       cui sono rese disponibili le  carte dell'esecutivo e soprattutto è reso impossibile
        dall'assenza di versamenti delle carte del  ministro della Difesa agli archivi cen-
       trali  dello Stato, e  persino a  quelli  militari.  Lo  studio del  controllo parlamen-
        tare, a partire dall'esame delle discussioni nelle aule e nelle commissioni, è an-
        cora agli  inizi.  Lo studio delle  fonti  quantitative, anche attraverso la compila-
        zione di una serie storica affidabile delle spese, a partire dai resoconti della Ra-
        gioneria generale dello Stato, è stato solo avviato.  Pur quindi a  partire da uno
        stato degli  studi affatto iniziale l'impressione è che - al  riguardo del tema del-
        le  spese  militari  e  del  loro controllo politico - la soluzione di continuità rap-
        presentata nella storia d'Italia dalla  Repubblica  sia stata alquanto  limitata.  Lo
        "spirito democratico" ha fatto  fatica  a informare l'ordinamento, e anche sotto
        la  Repubblica,  il controllo  politico  e  civile  in  tema  di  spese  militari  è  stato
        alquanto ridotto.

            In  questa sede prospetteremo l'utilità di  tenere conto anche delle fonti  del-
        la Corte dei  conti.  Esse  sono eccezionalmente  rivelatrici  del confronto, e  dello
        scontro, fra  i poteri militare e civile  (o  politico)  nella storia della Repubblica.
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