Page 244 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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- NICOLA LA BANCA
Le Relazioni della Corte dei Conti
I lati poteri oggi detenuti dalla Corte dei Conti non devono essere retrodatati.
Essi rappresentano il frutto di una progressiva, per quanto non unilineare,
conquista di spazi riell'interesse superiore della buona amministrazione e della
buona tenuta dei conti pubblici. In senso assai generale essi sono anche il rifles-
so della continua estensione dei poteri e dell'intervento dello Stato nella società
e nell'economia nazionale, e sono quindi in una certa misura irrinunciabili. Si
potrebbe anzi affermare che la misura dell'estensione dei poteri della Corte dei
Conti (o di istituti similari) rappresenti un termometro della democrazia e quin-
di, nello specifico del controllo politico delle forze armate, della penetrazione
dello "spirito democratico". La minaccia del rinvio o della registrazione con ri-
serva da parte della Corte nei confronti di atti implicanti spesa appare come l'ul-
timo gradino di una scala che comprende anche suggerimenti, rilievi, iniziative
che spingono le amministrazioni a ripresentare con riforma o addirittura a non
ripresentare quegli stessi atti.
Una certa dinamica fra Corte e amministrazioni pubbliche era insita nel fun-
zionamento dell'istituzione statuale già successivamente all'Unità. Anche al tempo
dell'Italia liberale e persino del fascismo, com'è ovvio, la Corte era presente. Per-
sino in tempo di guerra, e sia pure in margini resi limitatissimi dalle esigenze bel-
liche, la Corte operò. In teoria l'attività dell'organo di controllo avrebbe dovuto
acquistare un ruolo tutto specifico e nuovo, "politico", al tempo della Repubblica.
È però significativo della lentezza e delle difficoltà attraverso cui la "cultura
dei controlli" dovette farsi strada nell'Italia repubblicana il fatto che il documen-
to forse più importante redatto dalla Corte dei Conti la relazione annuale sul
Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario, poté essere reso espli-
cito, cioè pubblico e pubblicato, solo con ritardo. Le relazioni della Corte dei
Conti sul Rendiconto per un lungo periodo di anni poterono essere presentate al
Parlamento solo in data molto successiva alla chiusura dell'anno finanziario cui
esse si riferivano. Per quanto l'attività di controllo della Corte procedesse più o
meno in parallelo con l'attività delle amministrazioni dello Stato, la prima rela-
zione ad essere edita praticamente alla fine dell'esercizio finanziario di riferimen-
to, e quindi a poter concorrere praticamente all'atto parlamentare della sua ap-
provazione, fu quella del 1966! Sino a quella data le relazioni rendicontavano su
bilanci ormai chiusi e lontani nel tempo. L'arretrato del tempo di guerra, che pu-
re fu cospicuo, e il ritardo con cui le prime amministrazioni dell'era repubblica-
na rimisero alla Corte i resoconti delle proprie spese non spiegano certo da soli
tale situazione per la quale andrebbe chiamata in causa anche la volontà politica

