Page 273 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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TRASFORMARE LA NATO: I:INIZIATIVA DI GAETANO MARTINO
collaborazione economica con ciascuna di esse e con tutte". Il testo era chiaro e
apriva un discorso più ampio che andava al di là di un semplice accordo militare;
si trattava di un discorso più impegnativo che si stentò, agli inizi, di fare.
Infatti, malgrado tutte queste affermazioni e molte altre che seguirono, la real-
tà di questa Alleanza Atlantica, che doveva tener conto delle condizioni generali del-
le relazioni internazionali, prese a realizzarsi soprattutto, anzi unicamente, sul piano
militare. La situazione generale della "guerra fredda" e i gravi problemi che ne de-
rivavano contribuirono ampiamente a consolidare questo indirizzo. Tuttavia vi sono
alcune occasioni da ricordare dove la questione del superamento degli aspetti mili-
tari si manifestò: se ne parlò alla IV sessione del Consiglio Atlantico (Londra, 15 -18
maggio 1950); alla VII sessione del medesimo Consiglio (Ottawa, 15-20 settembre
1951 e alla IX sessione (Lisbona, 20-25 febbraio 1952). Alla fine dei lavori della se-
conda Conferenza internazionale di studi sulla comunità atlantica, riunitasi a Co-
penhagen dal 30 agosto al5 settembre 1953, i partecipanti dichiararono che "l'atti-
vità della NATO non è limitata alla difesa militare, ma mira pure a risolvere proble-
mi sociali, economici e politici". Osservatori attenti avevano già fatto questi discor-
si. In effetti, molto prima di queste messe a punto, ]ean-Baptiste Duroselle non ave-
va mancato d'osservare, evocando l'art. 2 del Trattato atlantico, che questo testo ri-
velava, quanto alla sua applicazione, un certo regresso nello spirito di unione. Già a
partire dal 1953 egli scriveva: "Il Trattato non fa che una rapida allusione (art. 2) al-
la necessità di un miglioramento del benessere e di aiuto reciproco" e concludeva
con un tono quasi amaro: "l?essenziale è costituito dalle clausole militari (2)". Ma
queste osservazioni non ebbero molto peso in certi studi sull'integrazioni europea.
Molti anni dopo queste prime affermazioni, uno storico francese, Pierre Gerbet,
evocò solo brevemente l'azione di Gaetano Martino e dell'Italia prima dell'incontro
di Messina. Non lo cita affatto, se non ricordando che il 2 aprile 1955 Paul Henri
Spaak, allora ministro degli Affari Esteri del Belgio scrisse ai suoi colleghi di Fran-
cia, Antoine Pinay, d'Italia, Gaetano Martino e al cancelliere Adenauer per rilancia-
re "l'idea europea" (3). E ciò non può che essere spiacevole per la verità storica di
questo delicato passaggio politico dell'Europa.
Tutti questi precedenti sono dei richiami necessari, ma bisogna anche ricor-
dare che essi si trovano sempre inseriti, quali modeste citazioni, in discorsi mol-
to più ampi e sviluppati che davano la priorità, se non l'esclusiva, alle questioni
militari. È quindi in questo nuovo aspetto di questa nuova, e vecchia centralità,
(2) J. B. Durosclle, Histoire diplomatique de 1919 à 1105 jours, Parigi, Dalloz, 1953, p. 568.
(3) P. Gerbct, La constructioll de ['Europe, Parigi, Imprimerie natio naie, 1983, p. 196.