Page 278 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 278

~                                                           ROMA IN  H.  RAINERO
            ~'--------------

            di  allora  è  stata  sostituita  dalla  distensione.  Dobbiamo  ammettere  che  questo
            cambiamento non sarà transitorio ma duraturo ... e dovuto all'azione di  questa Al-
            leanza il  cui effetto benefico per la pace nel  mondo è Stato riconosciuto anche da-
            gli  avversari  più accaniti ...  eAlleanza Atlantica è nata, è vero, per un bisogno vi-
            tale di sicurezza, ma è sorta soprattutto per un bisogno di sicurezza morale ... " (lO).
                Il  risultato  più evidente di  questo coinvolgimento intorno al  progetto italia-
            no fu  la decisione della sessione successiva del Consiglio Atlantico, che si  tenne a
            Parigi  il  15  e il  16 dicembre  1955, di  adottare una risoluzione che impegnasse la
            NATO a occuparsi della questione mediante un Comitato Speciale di Tre Saggi. Il
            Consiglio riconosceva, con una risoluzione adottata il  16 dicembre, che "la recen-
            te evoluzione della situazione internazionale rende necessaria una più stretta coo-
            perazione tra i paesi membri dell'Alleanza Atlantica, secondo quanto previsto dal-
            l'art. 2 del Trattato  ... ".  Il  Comitato dei Tre Saggi che fu  subito creato era compo-
            sto da Gaetano Martino (Italia), Lester Pearson (Canada), Herbert Lange (Norve-
            gia),  e predispose,  tramite  il  Consiglio Atlantico,  i criteri  da proporre agli  Stati
            membri  in  vista  della  loro  interpretazione  dell'art.  2  e  della  sua  applicazione.
            Questo procedimento fu  la via migliore per evitare di  fare  del Comitato un  polo
            politico alternativo al  Consiglio Atlantico. Coniugare la nuova solidarietà "globa-
            le"  con  quella  scaturita  dalla  cooperazione  militare  avrebbe  potuto  rivelarsi  un
            compito impossibile,  ma il  dialogo continuo del  Comitato con le  strutture della
            NATO evitò questo rischio che era stato segnalato da parte di parecchi Stati mem-
            bri.  Lungi  dall'essere  un nuovo centro di  decisione,  la  "nuova" struttura atlanti-
            ca,  il  Comitato dei  Saggi,  ebbe il  felice  intuito di  schierarsi  sotto l'insegna  della
            cooperazione  e  del  rapporto  omogeneo  con  le  "vecchie"  strutture  atlantiche,
            quelle soltanto militari evitando ogni  possibile concorrenza e antagonismo (11).
                Un  importante apporto al  programma di Martino fu  dato dal presidente del-
            la  Repubblica italiana,  Giovanni  Gronchi,  in  occasione  della sua visita in  Nord
            America.  Prendendo la parola davanti al  Congresso di Washington, il  29 febbra-
            io 1956, Gronchi sottolineò infatti l'importanza della proposta per il  futuro del-
            l'organizzazione: "Nell'ambito della NATO si può esaminare con minori preven-
            zioni l'opportunità di dare finalmente vita allo spirito di  quell'articolo 2, che fin
            da principio mirò a conferire al patto militare il carattere più vasto e più profon-
            do di una comunità di  popoli". Si  trattava di affermazioni importanti, sia perché



                (lO)  "Martino  illustra  i  nuovi  compiti  dclla  NATO",  in  Relazioni  Internazionali,  22
            settcmbre  1956,  p.  1154.
                (11)  B.  Cialdea, "l:Alleanza Atlantica ed i 'saggi"',  in  Relazioni Internazionali,  30 giugno
            1956, p.  783.
   273   274   275   276   277   278   279   280   281   282   283