Page 282 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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-                                                             ANGELO  PALMIERI




            buone intenzioni, ma anche su quello dei rapporti interni della nazione, ove la po-
            polazione viveva  c.on  affievolita accettazione,  se  non con sentimento distaccato,
            le  motivazioni ideali  poste a base della condizione militare; il  tutto aggravato da
            una non facile  congiuntura economica, che limitava le  reali  possibilità di  svilup-
            po del  Paese.  Non va dimenticato che all'epoca, vi  era un forte "scontro" ideolo-
            gico nella società, che coinvolgeva tutto il  Paese.  In  tale contesto, il  primo libro
            bianco assunse  il  ruolo  di  invito  alla  collaborazione  da  parte di  tutti  i cittadini.
            Tutto ciò doveva  rappresentare uno stimolo per l'opinione pubblica, a tutti i li-
            velli,  verso  una più  spinta  partecipazione  alla  valutazione  ed alla  soluzione  dci
            problemi  della  Difesa  e Sicurezza nazionale,  secondo cui  la  stessa  doveva essere
            riconosciuta come un bene di  natura collettiva. Da qui l'idea di considerare la so-
            cietà militare quale componente coerentemente inserita nella società generale.
                Infine,  il  citato libro bianco,  propositivo  per un  auspicato salto di  qualità
            del sistema Difesa, fu  posto anche quale matrice di riferimento per i processi di
            ristrutturazione e  di  adeguamento delle  Forze Armate.  Il  loro  prodotto opera-
            tivo - da perseguire con logiche integrate di costo-efficacia - sarebbe dovuto ri-
            sultare sempre più aderente alle attuali e  future esigenze della Nazione, queste
            ultime considerate nella logica della stretta partecipazione all' Alleanza Atlanti-
            ca e alla Comunità Europea.


            Situazione internazionale di  riferimento, contesto atlantico ed europeo e politica
            dell'industria della Difesa

                Nel clima della distensione e nell'ambito della continua ricerca di  strumen-
            ti  di  equilibrio tendenti a rendere permanente la  costruzione della pace, si regi-
            strarono  considerevoli  progressi.  Peraltro,  tali  negoziati  andarono  a  buon  fine
            solo perché furono condotti da posizioni di  paritetica forza da ambedue i bloc-
            chi.  Era  questa  la  condizione  idonea  per creare  un  clima  di  maggior  fiducia  e
            comprensione, che consentisse di  ridurre la corsa agli armamenti, di  puntare ad
            un  equilibrio a  più  basso  livello  di  forze,  di  far  maturare,  infine,  i  presupposti
            politici per il superamento dei blocchi e per un  disarmo generale e controllato.
                In  tale contesto, l'Alleanza Atlantica ha rappresentato nell'Europa occidenta-
            le,  nel tormentato dopoguerra, come nel decennio della ricerca della distensione,
            un fattore fondamentale  di  equilibrio, adattandosi in modo flessibile  ai  tempi ed
            alla  evoluzione  dei  rapporti  internazionali.  Un'Alleanza  che,  nei  primi  ventotto
            anni  dalla sua  nascita  (consuntivo del  primo  libro del  1977), ha dato un reale  e
            importantissimo contributo alla distensione e ricerca della pace, grazie soprattutto
            alla credibilità sulla quale tale organizzazione era ed è tuttora basata,  in  quanto
            supportata da un concreta volontà politica della difesa.
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