Page 285 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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LIBRO  BIANCO  DELLA  DIFESA  E  RUOLI  DELLE  FORZE  ARMATE

        Il  secondo Libro Bianco
            A  distanza  di  sette  anni  fu  pubblicato  il  secondo  libro  bianco  della  Difesa.
        L'allora  ministro  aveva  individuato  nuovi  e  profondi  cambiamenti,  creati  dal-
        l'emergere delle tecnologie, dall'evolvere degli  equilibri  di  forza  tra i due grandi
        sistemi  di  alleanze presenti in  Europa, dal  difficile e complesso sviluppo dei  Pae-
        si  del  terzo  mondo, e in particolare dai  Paesi  che condividevano con l'Europa la
        necessità di  mantenere la  pace, la  stabilità e la  sicurezza nell'area mediterranea.
            La  politica di  distensione aveva prodotto ottimi risultati ma nel difficile con-
        testo  internazionale  delineatosi,  divenuto  sensibilissimo  anche  alle  decisioni  di
        medie e  piccole  potenze,  bisognava  ristabilire  le  fondamenta  della  dissuasione  e
        riaffermare e riprendere il  dialogo e la  distensione Est-Ovest.
            In questo contesto, il  modello di  difesa doveva pertanto esprimere adegua-
        tamente, in  termini di  dislocazione delle  forze,  di  armamenti, di  dottrine, que-
        sta  politica  di  equilibrio e  di  attenzione,  sia  rispetto al  mutare delle  minacce  e
        della qualità  del  confronto, sia  rispetto  ad auspicabili  processi  di  disarmo e di
        allontanamento della soglia nucleare.
            Da  qui  un  invito  ancora  più  forte  ad  un  maggior  confronto  delle  opinioni
        tra la  società civile e quella militare, nella valutazione comune dei problemi, per
        addivenire  in  maniera concreta e  fattiva  alla  definizione  della  politica  difensiva
        italiana, supportata dal consenso della grande maggioranza della popolazione.
            Le  novità di  rilievo, contenute nel  libro bianco del  1984, risultano soprattut-
        to  legate  alle  diverse  tappe percorse  nella  definizione  di  un  disegno  ben  preciso,
        quale avvio  di  un processo di  adeguamento del  modello di  difesa.  In  particolare:
           . l'introduzione  del  concetto  delle  missioni  operative  interforze  ed  il  loro
            conseguimento in una logica unitaria dello sforzo della Difesa,  inteso anche
            come  nuovo  metodo  contabile,  per  la  formulazione  complessiva  delle  esi-
            genze  operative della  Difesa da soddisfare e da sottoporre quindi  all'esame
            politico da parte del  Parlamento.  A questo  metodo era connesso l'impegno
            del  Governo di  formulare  le  richieste  di  bilancio nel  settore dell'ammoder-
            namento e del  rinnovamento, in  funzione  delle necessità di  sviluppo di  cia-
            scuna  missione  operativa, inquadrando esigenze, stanziamenti e programmi
            in  una logica di  lungo periodo;                                    .
            Fesperienza libanese,  maturata attraverso le  due missioni  negli  anni  dal  1982
            al  1984, che introdusse ulteriori  elementi  di  riflessione sulla natura peculiare
            della sicurezza italiana e che enfatizzava la  necessità di ampliarsi allo scenario
            dell'intero Mediterraneo e del  Medio Oriente;
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