Page 286 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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&I                                                            ANGELO  PALMIERI

                 l'iniziale  sostanziale  unitari età  d'intenti,  sotto  l'aspetto  politico,  nei  con-
                 fronti  delle  citate due  operazioni  libanesi,  che  avevano  anche  una visibile
                 componente umanitaria oltre che funzioni  di  presenza e di stabilizzazione.
                 Da qui  l'inserimento,  fra  le  missioni  delle  nostre  Forze Armate,  della pos-
                 sibilità  di  partecipare  ad  operazioni  della  comunità  internazionale  fuori
                 dalla tradizionale area atlantica;
                 il conseguente riordinamento delle strutture militari e di  quelle amministrative
                 della Difesa, in una logica più sinergica ed integrata a livello interforze. In tale
                 ambito, infatti, veniva enfatizzata la necessità di porre soluzione al problema di
                 ristrutturare il vertice delle F.A., potenziando le attribuzioni del capo di SMD,
                 per la parte più specificatamente militare, e del segretario generale della Dife-
                 sa per la parte amministrativa, delle linee di comando operativo e in genere del-
                 la riforma amministrativa del  Ministero della Difesa.  In  particolare,' già allora
                 si  intendeva  perseguire  un  articolato  processo  di  ristrutturazione  che  avesse
                 quale scopo finale quello di determinare in tutte le sue parti un modello di  di-
                 fesa,  coerente negli obiettivi, nella individuazione delle forze, nella determina-
                 zione delle strutture amministrative e di comando, nella integrazione interfor-
                 ze  ed internazionale, e naturalmente riflesso  anche nella formazione ed orga-
                 nizzazione del bilancio della Difesa. In sostanza un documento di  programma-
                 zione permanente, che avrebbe consentito di  misurare l'attuazione delle scelte
                 politiche definite  dal Governo e sancite dal  Parlamento, delineando così, con
                 sempre maggiore chiarezza, la  politica di  difesa a medio termine.  La  scelta di
                 metodo compiuta si  imperniava. quindi  s.u  un apparato  difensivo  organizzato
                 funzionalmente per missioni, con vincoli  reciproci tra le Forze Armate, per la
                 programmazione quantitativa e qualitativa degli armamenti; per l'integrazione
                 di  dottrine e di  impiego; per l'economia dello sforzo difensivo;
                 la  Dichiarazione di  Roma del  1984, che aprì al  nostro e agli  altri Paesi della
                 UE un orizzonte più vicino per la comune progettazione europea in materia
                 di  armamenti;
                 la Conferenza nazionale sull'industria per la  Difesa nel  1984, da dove emer-
                 se  la necessità di  ricostituire il Comitato permanente Difesa-Industria. Al  ri-
                 guardo, venne perorata la necessità di  migliorare il rapporto tra Difesa ed In-
                 dustria.  Una solida, diversificata e vitale industria della difesa veniva valuta-
                 ta quale condizione indispensabile, per mantenere un ruolo effettivo nell'Al-
                 leanza, nonché poter perseguire una logica industriale attiva e integrata con
                 gli altri Paesi  Europei. Soprattutto in quell'epoca, in cui lo sviluppo tecnolo-
                 gico dei  sistemi d'arma poteva produrre sensibili spostamenti e squilibri nei
                 rapporti di  forza  militare tra i vari Paesi.
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