Page 303 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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         bandiera di  convenienza ad una flotta di  prima qualità,  moderna e veloce (8).  Una
         realtà, questa, che avrebbe fornito molte argomentazioni agli americani quando al-
         la  Conferenza  marittima  atlantica  di  Washington,  nel  giugno  1959,  furono  posti
         sotto accusa dai  soci europei dell'Alleanza.
             La  Conferenza, convocata dopo pressioni diplomatiche dei  paesi  marittimi
         europei, aveva  all'ordine  del  giorno  la  questione delle  bandiere ombra.  Venne
         attaccata la politica marittima americana sulle bandiere di convenienza: delega-
         ti  olandesi  e britannici  giunsero acl  affermare che la  crisi  mondiale dei  traspor-
         ti  marittimi dipendeva da questa pratica.  Le  organia.azioni sindacali internazio-
         nali  dei  lavoratori  marittimi  erano su  una posizione analoga e  minacciavano di
         passare all'azione diretta.  La  posizione italiana era più defilata.
             Cerchiamo di  capire i termini veri  del problema. Il  codice marittimo america-
         no era molto restrittivo e rigido riguardo alla registrazione di navi sotto la bandie-
         ra  degli Stati  Uniti.  Proprietari  potevano essere  solo cittadini U.S.A.  o società na-
         zionali costituite secondo le  leggi e sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, con pre-
         sidente e dirigenti  unicamente statunitensi.  I.e  navi  dovevano essere state costrui-
         te  nel territorio nazionale (9);  quanto all'esercizio, tutti gli  ufficiali e i piloti, come
         pure  almeno  il  750/0  dei  componenti  l'equipaggio,  dovevano essere  pure statuni-
         tensi. Ma nel  1959 i cantieri americani erano i più costosi del  mondo e i rapporti
         di  salario tra i marinai americani e quelli europei erano insostenibili: a parità di la-
         voro e di  rendimento,  la  paga del  marittimo  negli  Stati  Uniti era 4,26 volte  mag-
         giore che in Germania e  in  Olanda; 3,35 che in Italia;  2,84 che in Gran Bretagna.
         Tutto questo  avrebbe  portato completamente  fuori  mercato  la  marina mercantile
         statunitense, impossibilitata a sostenere la concorrenza internazionale, anche se  il
         governo le  avesse concesso sussidi ed aiutata con misure protezionistiche. Ufficial-
         mente,  nel  luglio  1959 la  marina  Panlibhonco di  proprietà USA  era composta da
         518  unità  per oltre  dieci  milioni  di  tonnellate  di  stana lorda,  mentre  quella  che
         batteva la  bandiera nazionale contava 2847 navi  per 33,5  milioni  di  tonnellate di
         stazza lorda.  Ma circa 1700 di  queste appartenevano alla flotta di  riserva, in  mas-
         sima parte Liberty superate per il  traffico moderno.  Inoltre solo 206 navi su  1013
         appartenenti  a  privati  erano  state  costruite  dopo  la  guerra,  così  che  l'efficienza
         complessiva della flotta  commerciale sotto la  bandiera a stelle e striscie era poco



             (8)  Come  W. 1-1.  Sanders,  uno  dei  massimi  esponenti  dell'armamento  Panlibhonco,  non
         mancò  eli  sottolineare  in  occasione  del  varo  di  una  supercisterna liberiana,  il  12 aprile  1958:
         "Questa nave costruita con i più alti stal1dards  conosciuti, ecc.". Cfr.  I-Ion.  Perkins Mc Guire,
         Jntroducory  Statcmel1t  011  Flags  or cOl1venience,  nota  roneata, Washington,  1959.
             (9)  Con rare eccezioni soggette a restrizioni.
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