Page 304 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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BI                                                           MARIANO  GABRIELE
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             elevata.  La  flotta  P~U11ibhonco di  proprietà  americana  era  invece  assai  più  effi-
             ciente e moderna, tanto che nel  1958 aveva assicurato il  33% del commercio este-
             ro degli  Stati  Uniti contro solo il  120/0  della flotta di  bandiera nazionale.  E si  noti
             che anche questa modesta performance non derivava dal libero gioco del mercato,
             poiché nel  febbraio  1960 la  camera dei  Rappresentanti aveva approvato un  inter-
             vento di  295  milioni  di  dollari  in  favore  della  marina mercantile  (di  cui  150 per
             sussidi operativi e  125 per sovvenzioni  alle  costruzioni);  inoltre la  flotta naziona-
             le godeva di  una riserva dci  50% della domanda di  trasporto connessa con gli aiu-
             ti americani all'estero.  Con tutto ciò, un'inchiesta senatoriale aveva denunciato fin
             dal  '50 il  "rapido deterioramento" della marina commerciale (10),  confermato dal
             crollo dell'occupazione marittima, precipitata da  159  mila unità nel  1945 a meno
             di  52 mila  nel  1958 (H).  Sono  dati  che consentono di  comprendere certi  orienta-
             menti della politica marittima americana, la quale considera confacente all'interes-
             se nazionale l'immatricolazione di  unità mercantili sotto bandiera straniera, segna-
             tamente Panlibh~nco. Su questa linea gli  Stati  Uniti  non erano seguiti da altri pae-
             si  marittimi,  come  ben  mostrava  la  differenza  tra  la  quota americana  di  naviglio
             Panlibhonco e quella  di  tutti  gli  altri;  e proprio  per questo sarà bene soffermarsi
             un poco sui  principali  motivi della scelta di Washington.
                 Anzitutto,  la  costruzione.  Esaminando la  legislazione marittima Panlibhon-
             co,  non si  trovano vincoli alla scelta dei cantieri, che peraltro neanche esisteva-
             no come industrie attrezzate in quei paesi. Registrando la nave sotto la loro ban-
             diera l'armatore non era costretto a servirsi soltanto dei cantieri di  una determi-
             nata  nazione,  come gli  sarebbe accaduto  se  l'avesse  regis~rata negli  Stati  Uniti,
             ma godeva della massima libertà di  scelta a livello  mondiale e poteva indirizza-
             re  la  propria  domanda  verso  l'offerta  più  conveniente  in  termini  di  prezzo  e
             condizioni finanziarie.  A quest'ultimo proposito il  committente avrebbe potuto
             avvalersi anche degli incentivi, finanziati con denaro pubblico estero, offerti dai
             paesi che volevano acquisire commesse per le loro industrie cantieristiche.  La li-
             bertà d'azione assicurava vantaggi  non solo nella fase  di  realizzazione dell'unità
             navale,  ma anche in quella d'impiego, poiché l'armatore poteva scegliere i cari-
             chi  più  remuncrativi  senza  venir  obbligato  dal  Paese  di  bandiera  ad  accettare
             contratti di  trasporto utili  ai  fini  nazionali, ma meno convenienti. I paesi  Panli-
             bhonco infatti,  oltre ad avere esigenze quanto mai  limitate in  tema di  trasporto



                 (10)  Cfr. Hearings  011  Merche/1lt  Marine  Study and Investigation  before the Subcommittee
             011  Merchant Marine and Fisheries  of the Senate  Committee 011 lnterstate and Foreign  Commerce,
             Washington,  1950.
                 (11)  Yale  Lati! Joumal, voI.  69, Ncw Havcn, Yalc  Univcrsity,  1960, p.  498-502.
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