Page 310 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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            Washington (18).  Quando poi una nave appartenente a cittadini USA passava diret-
            tamente dal cantiere di  costruzione alla bandiera Panlibhonco senza una fase  inter-
            media nel  registro americano,  il  proprietario formulava  la  promessa  "volontaria"
            di  porla sotto il  controllo degli  Stati Uniti  in  caso di  emergenza.
                A riprova  della  concreta  validità  della  loro  politica,  gli  americani  citavano
            esperienze recenti.  Durante la  guerra di  Corea era stato costituito un pool  "vo-
            lontario" di  navi cisterna tra le compagnie statunitensi che usarono indifferente-
            mente  petroliere  di  bandiera statunitense,  liberiana,  panamense  e  honduregna;
            così  quei  trasporti  marittimi  in  tempo di  guerra  furono  sostenuti,  han gré  mal
            gré,  da  navi  controllate da cittadini americani sotto bandiera nazionale c  Panli-
            bhonco.  Venne  citato  anchc  il  rifornimento  di  grezzo  all'Europa  in  occasione
            della crisi di  Suez, quando cisterne con la bandiera di convenienza avevano ope-
            rato a fianco di  quelle americanc ed europee. A prescindere dal valore delle espe-
            rienze citate,  svoItesi  senza contrasto  marittimo, era possibile che  sul  piano dei
            fatti  la  dottrina del  controllo effcttivo ottcnesse lo scopo prefisso, fcrmo  restan-
            do che non la si potcva considerare "una teoria legale, ma come uno schema fon-
            dato sul  fatto  e,  in  definitiva,  sulla  potenza" (19).  Basandosi  sul  massimo  potere
            navale del  mondo e sulla volontà di Washington, lo schema diventava crcdibile,
            almeno in  tcrmini reali.
                La  questione si  avviò a conclusione mediante il  solo compromesso possibile.
            Il  problcma militare strategico dei  trasporti  marittimi  andava isolato dalle  impli-
            cazioni  di  natura giuridica,  economica  e sociale  che  avevano  sostcnuto  l'attacco
            delle potenze marittimc europce e dei  sindacati alle bandiere di  convenienza. Ne
            sarebbe uscita una soluzione minimalista, ma concreta, perché gli interessi dei pae-
            si  atlantici,  concorrenti tra  loro  ogni  giorno  sul  mercato  dei  trasporti  marittimi,
            erano così  diversi  e contrastanti  da  rendere interminabile e probabilmentc senza
            sbocco il  perseguimcnto di  un'intesa generale.  Conveniva del  resto alla Comunità
            atlantica trovare subito un'intesa sui problemi concerncnti la politica di difcsa, che
            potesse  trovare  applicazione  in  sé,  indipendentemente  dalla  definizione  di  una
            politica economica comune su  un argomento così spinoso.



                (18)  È stata anchc tentata l'improbabilc tcorizzazione della  figura giuridica del  "trasfe-
            rimento  condizionato".  Cfr Palllibhol1  Registration  or American-oumed Merchallt  Ships:  Go-
            vernment Policy and the problems or the Courts, in Columbia Law Review, voI.  60, New York,
            maggio  1960, p.  720.                             ,
                (19)  Ibidem,  p.  721.  Vedi,  su  tutta  la  qucstione,  M.  Gabricle,  Panlibhol1co  e N.A.T.O.,
            Milano, Giuffrè,  1961, passim.
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