Page 317 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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IL DIBATflTO NAZIONALE SUGLI EUROMISSILI IN ITALIA
linea del governo tedesco consistente nell'impegnarsi per la riduzione degli ar-
mamenti e a fare, nello stesso tempo, tutto il "necessario per il consolidamento
dell'equilibrio" in Europa(17).
All'inizio dell'autunno 1979, come negli altri stati europei occidentali, an-
che in Italia la questione degli euromissili entra nel dibattito politico nazionale,
in un quadro di insicurezza e di pressanti e gravi problematiche interne che ani-
mano la vita politica del Paese, scuotendone pericolosamente il tessuto sociale e
le istituzioni: terrorismo, crisi politica ed economica, scandali. In uno scenario
interno minaccioso e inquietante, il dibattito tra le forze politiche sugli arma-
menti nucleari in Europa risente ovviamente del peggiorato clima dei rapporti
Est-Ovest, riflettendone pressoché fedelmente tutti gli aspetti. Dopo le scherma-
glie preliminari, la discussione si fa via via più approfondita e articolata, metten-
do in luce sia i nodi fondamentali dei mutamenti e dei processi in atto sul piano
mondiale sia l'esigenza di riequilibrare gli apparati nucleari dei due blocchi che
si fronteggiano in Europa.
La maggior parte delle forze politiche italiane reagì negativamente alle propo-
ste di Breznev sulle quali si determinarono due schieramenti. Da un lato la Demo-
crazia Cristiana, la maggioranza del PSI, socialdemocratici, repubblicani e liberali
presero posizione a favore dell'installazione degli euromissili; altrettanto fece il Mo-
vimento Sociale Italiano; dall'altro lato stavano invece i comunisti, i demoproletari
e i radicali che, pur con motivazioni diverse, si dichiararono contrari.
I punti di vista dei partiti della maggioranza di governo concordavano nel
considerare il rapporto di forze in Europa squilibrato a favore del Patto di Var-
savia. Per la Democrazia Cristiana era indispensabile rivedere tale rapporto co-
me premessa per un negoziato sul disarmo, negoziato che, "se fosse avvenuto
in una situazione di grave inferiorità difensiva dell'Occidente", si sarebbe con-
cluso "non con un reale sforzo di pace ma con una resa senza condizioni forie-
ra di più gravi contrasti" (1S). In linea con la posizione del governo socialdemo-
cratico tedesco, il Partito Socialista sottolineava la necessità di collegare l'ade-
guamento del dispositivo nucleare tattico della NATO con l'inizio della tratta-
tiva con Mosca. Tuttavia nel PSI non mancavano dissensi (19). Se per Accame
quello di Breznev era "un gesto di buona volontà,,(20), secondo Achilli il PSI
(18) Corriere della Sera, 9 ottobre 1979; cfr. anche La Discussione, 15 ottobre 1979.
(19) Cfr. Bettino Craxi, "Decisione difficile ma giusta", Avanti!, 9-10 dicembre 1979;
lettera di Craxi a Tiraboschi, Avanti!, 12 dicembre 1979.
(20) Corriere della Sera, 9 ottobre 1979.