Page 318 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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SALVATORE  MINARDI

            non  poteva  accettare  la  logica  del  riarmo  perché,  per  "la sua  lunga e  integra
            tradizione neutralista", doveva "anteporre ad essa tutti i possibili  tentativi per
            una soluzione negoziata" (21).
                Rifacendosi pure alle posizioni del cancelliere Schmidt, i socialdemocratici ri-
            tenevano "che il  mantenimento dell'equilibrio delle forze di  ogni tipo" favorisse  e
            non ostacolasse "la distensione" (22),  mentre per il  Partito  Repubblicano, secondo
            cui il  discorso di Breznev era "una sostanziale minaccia alla sicurezza europea" (23),
            i  paesi  dell'Europa  occidentale  "privi  di  difesa  sarebbero"  stati  "privi  di  forza
            contrattuale e anche di  peso politico".
                Perciò  l'Europa occidentale doveva  provvedere  a  salvaguardare la  propria
             "autonomia politica",  dacché  si  stava giocando  una partita politica sul  terreno
            europeo.  Del  medesimo avviso erano anche i liberali (24).
                 I comunisti riscontravano invece "numerosi e positivi clementi di novità" nel
             discorso  di  Breznev (25)  c definivano "chiusa e grossolana" la posizione negativa
            assunta dai  partiti  dell'area di  governo (26).  Il  pcr sottolineava la  necessità  di  af-
             frontare "il  problema degli equilibri militari e delle alleanze attualmente esisten-
             ti" in  una prospettiva  di  superamento della  logica  dei  blocchi  e  della loro  pro-
            gressiva dissoluzione". Tuttavia, senza entrare nel  merito dell'installazione  degli
            euromissili,  "di  fronte  alla  polemica  sugli  equilibri  europei",  il  PCI  proponeva
             una verifica dello stato reale degli armamenti in  sede di  conferenza tra la NATO
            e il  Patto di  Varsavia; e in caso di  rottura dell'equilibrio, ripristinarlo riportando
             la  parità a livelli  piu bassi (27).
                 Commentando l'atteggiamento del  PCI, la  Repubblica si  chiedeva che senso
             avesse  questa  posizione,  considerato  che  gli  euromissili  non  sarebbero  stati
            ·"pronti che 'a  partire dall'83", per cui  bastava "stabilire che essi"  sarebbero sta-
             ti  "schierati  solo  e  nella  misura  necessaria  a  ristabilire  l'equilibrio  con  l'URSS.



                 (21)  Michele Achilli,  "L'Europa può stabilire  un  contatto fruttuoso all'Est", Rinascita,
             23  novembre  1971.
                 (22)  Alberto  Bemporad, "Trattare dopo  le  decisioni  di  installare  i missili",  Rinascita,
             23  novembre  1979.
                 (23)  Corriere della Sera,  9 ottobre 1979.
                 (24)  IAI,  l:Italia nella politica internazionale 1979-1980, p.  541-43.
                 (25)  Z;Unità,  8 ottobre 1979.
                 (26)  Intervista di  Rinascita a Giancarlo Pajetta,  19 ottobre 1979.
                 (27)  Z;Unità,  18  ottobre 1979.
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