Page 148 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
P. 148
148 CISM - ACtA del Convegno nAzIonAle dI StorIA MIlItAre - roM A 10 ottobre 2007
porto con la Francia. Lo colse bene Giosuè Carducci, che ne scrisse nel 1872
proprio con riferimento all’ultima impresa militare di Garibaldi e intuì che per
il Generale essa era la culla dei diritti dell’uomo e del cittadino, la scaturigine
delle utopie positive, la fucina di un processo storico che sormontava la conce-
zione francocentrica dell’Ottantanove e si risolveva in alimento per tutti i popoli
in cerca di indipendenza. Perciò, proprio la sconfitta subita da Marianne nella
guerra del 1870-71 gli impose di accorrere in difesa di una Francia che, crollato
Napoleone III e mentre era invasa dalle armate germaniche, mostrava di sapersi
(*)
rigenerare, di rinascere dalle proprie ceneri, fenice della libertà .
Perciò giova approfondire l’idea di Francia coltivata da Garibaldi.
Per intendere la complessità del suo rapporto con la Francia una prima consta-
tazione s’impone: Garibaldi nacque “francese”.
L’atto di nascita di Joseph Marie Garibaldi venne registrato da François Con-
stantin, “adjoint” nella “mairie” di Nizza, “faisant fonctions d’officier de 1’état
civil par délégation de Monsieur le Maire, ecc. ecc.”. “L’an dix huit cents sept, et
le quatre du mois de juillet a (sic) six heures après midi” . Anche l’atto di batte-
1
simo del figlio del «negotiant» Jean Dominique e di Rose Raymondo, «mariés en
face de l’Eglise» , il 19 luglio seguente, venne redatto in francese dal Recteur de
S.Martin, Pie Papacin, presenti i témoins Felix e Michel Gustavin.
Nell’estate 1807 la fortuna di Napoleone I era all’apogeo. L’anno preceden-
(*) L’influenza di Garibaldi sulla cultura politica italiana è sintetizzata dalle pagine di Car-
ducci su Garibaldi in Francia, ove il “Leone di Maremma” scrisse 1’elogio dei militari
francesi anche quando avevano servito un potere tirannico: “Ma la democrazia - si leg-
ge - poteva ella dimenticare il 1789 e il 1793? poteva ella dimenticare che la libertà e
la filosofia avean preso le mosse da Parigi per correre con le bandiere vittoriose della
Convenzione tutta l’Europa? poteva ella dimenticare che, dovunque un soldato francese
è sepolto, poniamo pure che morto per la violenza del momento anziché per la libertà, in
Portogallo e in Spagna, su le rive del Reno e del Po, ivi la terra ha ribollito poi sempre di
rivoluzione e i re non vi han più potuto tener fermi i loro troni? (...) Giuseppe Garibaldi
mosse al soccorso di Francia (...) La Francia non poteva né doveva essere sterminata: la
Francia non è la gran nazione, ma è nazione grande, e sopra tutto vitale. Più volte ella ha
toccato la terra, novello Anteo, per risorgere più forte(...)” (21 gennaio 1872). Col tempo
anche Carducci, come Crispi e altri, mutò giudizio sul debito storico ed etico dell’Italia
verso la Francia e, senza mai cancellare memoria dell’Illuminismo e dei legami culturali
tra Italia ed Europa, affermò l’autoctonia di Risorgimento e unificazione nazionale.
1 Gianluigi Alzona, Gli antenati liguri di Giuseppe Garibaldi. Genealogie e notizie biogra-
fiche alla luce di documenti inediti, Torino Genesi Editrice, 2007. Alzona ricostruisce per
primo la vera ascendenza di Giuseppe Garibaldi sulla scorta di ricerche archivistiche del
tutto innovative, incentrate specialmente sul nonno del Generale, Angelo.