Page 151 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            internazionale che all’epoca comprendeva le officine dipendenti sia dal Grande
            Oriente di Francia (come appunto la “Amis de la Patrie” di Montevideo) sia dal-
            la Gran Loggia Unita d’Inghilterra. L’interruzione dei rapporti a quel momento
            esistenti sarebbe intervenuta solo nel 1877, quando Parigi rese facoltativa l’in-
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            testazione iniziatica degli atti “alla gloria del grande architetto dell’universo” .
               Garibaldi visse il vincolo massonico con partecipazione se il 13 marzo 1848,
            alla vigilia di lasciare Montevideo per l’Italia, scrisse a Vaillant: “Mes occu-
            pations ne me permettant pas de satisfaire mon désir d’aller me congédier en
            personne de mes T..C..F.. de la Logge, je vous prie de vouloir bien avoir la bonté
            de présenter vous même à leur estimable réunion mes adieux, mes souhaits pour
            le bonheur et l’espérance de me conserver dans quelque partie du monde où je
            me trouve, leur dévoué F.. et toujours prêt a me dédier pour le Sacre rite, auquel
            j’ai l’honneur d’appartenir”. La qualità di massone non gli impedì di comunicare
            all’internunzio apostolico a Rio de Janeiro, monsignor Gaetano Bedini, ammira-
            zione ed entusiasmo per Pio IX e la ferma decisione di porre la Legione italiana
            a servizio della causa nazionale fatta propria dal Sommo Pontefice: «Se dunque
            ponno queste braccia con qualche uso delle armi riuscire ben accette a S.S., noi
            più volentieri le adopreremo in vantaggio di Colui che sì bene serve alla Chiesa e
            alla Patria. Purché sia in sostegno dell’opera redentrice di Pio IX per ben avven-
            turati ci terremo noi, e i nostri compagni nel cui nome parliamo, se ci sarà dato
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            metterci la vita; è quanto possiamo offrire» .
               Non era già stata diffusa la leggenda dell’iniziazione massonica di Pio IX ma
            il ricordo della presenza di ecclesiastici tra le colonne dei templi o, quanto meno,
            in eccellenti rapporti con massoni notori, sia prima della rivoluzione francese
            sia durante 1’età napoleonica e, almeno in Francia, dopo la restaurazione, con-
            sentiva di ritenere compatibile quanto, secondo atti pontifici ribaditi dai papi Pio
            VII, Leone XII e Gregorio XVI e dallo stesso Pio IX, in realtà non lo era affatto.
            S’aggiunga che i grandi libertadores dell’America latina, da Simon Bolivar a
            Miranda a San Martin, avevano sempre coniugato l’appartenenza alle logge lau-
            tarine e massoniche alla pubblica devozione nei confronti della chiesa cattolica,
            indispensabile per avere seguito nelle guerre d’indipendenza contro le cattolicis-
            sime corone di Spagna e di Portogallo.
               Nella difesa della Repubblica romana contro gli inganni e le armi inviate dal



            3  Quando gli accadde di scrivere atti massonici su foglio bianco Garibaldi intestò sempre
               di suo pugno con la formula iniziatica. Anche il suo “manifesto” di Gran maestro della
               massoneria italiana si aprì con tale formula. In esso affermò anche: “Saranno create
               delle LL(ogge) di donne, a fine di vieppiù facilitare i nostri lavori”.
            4  A Lorenzo Valerio, da Nizza, 9 novembre 1854, in EN, III, p. 118.
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