Page 181 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            Il mito di Garibaldi in Europa


            Prof. Antonello Biagini
            Università di Roma “La Sapienza”




                l XIX secolo è stato il secolo durante il quale il patrimonio ideale della Rivoluzio-
                ne francese – fine della società di ordini, affermazione del ceto borghese, svilup-
            Ipo e diffusione delle idee liberali - si è diffuso in Europa, pure in maniera diffor-
            me, promuovendo lo sviluppo di movimenti politici liberal-democratici, che lottano
            per la realizzazione dello Stato nazionale come rappresentazione concreta dell’idea
            di nazione: di quella idea che nella libertà dei popoli prefigura le più ampie libertà
            di una rappresentanza politica liberamente scelta attraverso l’identificazione di una
            cultura, di una lingua, di comuni tradizioni e di un territorio specifico. Un patrimonio
            di idee e di ideali formatosi lentamente ma cresciuto imperiosamente nel corso del se-
            colo XVIII con la Rivoluzione industriale inglese, la Rivoluzione americana e quella
            francese diffusa in Europa dalle conquiste napoleoniche le quali, pur rappresentando
            un’espansione del dominio francese, avevano disarticolato l’intero sistema di potere
            delle varie realtà europee. Il Congresso di Vienna (1815), convocato dopo la definiti-
            va sconfitta di Napoleone, sancisce principi come quello di “legittimità” nel tentativo
            di riportare il quadro europeo allo status precedente la Rivoluzione francese, sia dal
            punto di vista istituzionale (ricollocando i sovrani deposti da Napoleone) che dal
            punto di vista ideologico nei confronti dell’affermazione delle idee liberali. Si apre
            dunque il lungo periodo della Restaurazione, il quale - attraverso strumenti come la
            Santa Alleanza, il patto dei tre imperatori, il principio di intervento in caso di succes-
            so dei movimenti rivoluzionari - avrebbe dovuto garantire l’equilibrio europeo e con
            esso l’intero “sistema” internazionale basato essenzialmente sulla tenuta dei grandi
            Imperi plurinazionali (Austria, Russia e Impero ottomano), sulla potenza coloniale
            extra europea della Gran Bretagna, sullo Stato nazionale francese e sul mantenimento
            in vita degli Antichi Stati italiani. A questo assetto, più reazionario che conservatore,
            si contrappongono le forze liberali che hanno conosciuto una prima fase di libertà e
            che non vogliono, ora, rinunciare alla costruzione di un diverso sistema politico-isti-
            tuzionale che riconosca le nuove realtà sociali ed economiche legate alla costruzione
            dell’identità nazionale, preludio e fondamento dell’idea di nazione e dello Stato na-
            zionale. Ecco dunque che negli anni Venti (1821) e negli anni Quaranta (1848) negli
            Stati italiani e nell’area danubiano-balcanica si sviluppano manifestazioni e ribellioni
            finalizzate al riconoscimento di alcuni fondamentali diritti costituzionali (gli Statuti)
            che impegnino sovrani e sudditi.
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