Page 22 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            non gli era stata ancora concessa la “riabilitazione” per i fatti del 1834, che gli era
            necessaria per restituire validità alla patente di capitano che gli era stata sospesa al
            tempo della condanna a morte e che gli avrebbe permesso di guadagnare da vivere
            per sé e per la sua famiglia rimasta a Nizza, senza dover dipendere da un sussidio del
            governo sardo, che certo non amava.
                In queste condizioni di ansiosa attesa lo ritroviamo nel novembre a Tangeri; dopo
            un po’ la “riabilitazione” sarebbe venuta, ma nel frattempo l’impaziente marinaio era
            partito per Gibilterra e poi per Liverpool, inseguendo progetti che si sarebbero rive-
            lati sogni. Pensava agli Stati Uniti, ma il 30 luglio 1850, quando sbarcò a New York,
            non c’era né una nave da comandare, né i capitali per acquistarla. Per vivere, si mise
            a fabbricare candele.
                Deluso, nella primavera 1851 partì per i Caraibi e Panama, passando sulle coste
            del Pacifico, che discese fino al Perù. Console sardo a Lima era Giuseppe Canevaro,
            un personaggio ricco ed ovviamente monarchico, il quale però dovette dare ugual-
            mente una mano al repubblicano Garibaldi se questi, giunto nella capitale peruviana
            il 5 ottobre, a fine mese aveva già la cittadinanza peruviana e la licenza di capitano
            marittimo. Di più, era anche in comando di una nave mercantile da 400 t, la Carmen,
            appartenente a Pietro Negri, cognato del console. (7)
                Il primo viaggio della Carmen si svolse alle isole Chincha per caricarvi guano.
            Ma in dicembre Garibaldi procurò non pochi fastidi al console sardo: organizzò in-
            contri di emigrati repubblicani e sostenne una rissa con un francese chiamato Ledos.
            Nell’intento di allontanare da Lima questo marinaio turbolento, il mese successivo
            la Carmen fu mandata dall’altra parte del Pacifico, a Canton, con un carico di guano.
            L’oceano venne attraversato abbastanza tranquillamente,  ma durante la risalita del
                                                              (8)
            fiume delle Perle i pirati locali assaltarono con ferocia una giunca cinese e da bordo
            della nave peruviana ben si vide il sanguinoso spettacolo. A Canton non fu possibile
            collocare il carico, che fu invece esitato ad Amoy. Ritornata a Canton, la Carmen
            ripartì per Manila con un carico di grano, rientrando poi di nuovo nel porto cinese.
            E qui venne predisposto il carico di ritorno per l’America: seterie, merci varie, non
                                                                                (9)
            coolies come taluno ha voluto, ma come il Cowie ha dimostrato essere falso.  Que-
            sta volta la traversata venne condotta per una rotta meridionale, a sud dell’Australia,



            7  P. K. Cowie, nuova luce su Garibaldi in Perù, in “Rassegna Storica del Risorgimento”,
               LXVIII, n. 3 (luglio-settembre 1981), pp. 325-31.
            8  Solo il 19 marzo il mare e il vento produssero – pare – una specie di tifone.
            9  Il quale ha rinvenuto nell’Archivio di Stato di Palermo il Giornale di bordo del bastimento
               “Giorgia” e del brigantino “Carmen”, ma, soprattutto, ha controllato in Perù la lista delle
               navi che vi trasportarono colonos, e la Carmen non c’è: questo documento venne presentato al
               Parlamento peruviano alla fine di luglio 1853.
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