Page 23 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            con una sola sosta in Tasmania, dove un monumento ricorda l’episodio. Secondo il
            francese Dabadie, l’abilità e il coraggio del comandante furono messe a dura prova da
            un tifone che minacciò il bastimento a meridione delle Filippine e che durò tre giorni.
                Il ritorno dell’eroe diede luogo a festeggiamenti da parte di “Italiani repubblicani
            esaltati”, come li definì il console Canevaro, preoccupato di riceverne altri “dispiace-
            ri”. Sarebbe stato opportuno che Garibaldi riprendesse il mare al più presto possibile:
            pare si sia pensato ad una nuova spedizione in Cina, poi in Europa, infine negli Stati
            Uniti. Il 1° marzo la Carmen salpò per il Cile, dove il governo la noleggiò per traspor-
            tare negli Stati Uniti minerale di rame e lana. La raccolta del carico prese tempo  e
                                                                                  (10)
            il bastimento partì per Boston solo il 25 maggio; attraversato lo stretto di Magellano,
            risalì le coste americane e giunse a Boston il 6 settembre. Di là, seguendo istruzio-
            ni ricevute, Garibaldi condusse la nave a New York, dove lasciò il comando della
            Carmen a causa di una controversia contabile, che peraltro non provocò una rottura
            personale con l’armatore De Negri.
                A New York i fratelli Casaretto, armatori, decisero di comperare a Baltimora una
            nuova nave e di affidargliela: fu questa il Commonwealth, di 610 t di portata, che sal-
            pò da Baltimora per Londra il 16 gennaio 1854 con un carico di grano; ma poiché il
            bastimento batteva ancora bandiera americana Garibaldi, pur comandandola di fatto,
            fu costretto a prendersi un capitano di copertura, tale Wilder. Il Commonwealth arrivò
            nella capitale inglese l’11 febbraio. Imbarcò poi a Newcastle un carico di carbone per
            Genova, dove Garibaldi sbarcò, tormentato dai reumatismi.
                Tornò a casa, a Nizza. L’anno successivo fu iscritto nella matricola della Direzio-
                                                              a
            ne marittima di Genova, al n. 12.946, come capitano di 1  classe, con patente n. 135
            del 13 agosto 1855. Da questo giorno fino al 5 ottobre ebbe il comando di una piccola
            unità a vapore costruita dai fratelli Orlando e di cui Luigi Orlando figurava armatore:
            era il salvatore, abilitato al traffico costiero sul litorale sardo, con il quale però più di
            una volta navigò fino a Marsiglia.
                Grandi navigazioni non ne avrebbe compiute mai più. Comperò la metà dell’i-
            sola di Caprera e incominciò la vita dell’agricoltore, che però non gli forniva redditi
            sufficienti. Era allora fidanzato con Emma Roberts e acquistò in Inghilterra un cutter
            di 42 t e mezzo, cui galantemente diede il nome di Emma; sperava forse di integrare
            i guadagni della terra con qualche traffico marittimo. Ma il governo francese non gli
            voleva concedere l’attraversamento del paese per il sistema canalizio: poi lo conces-



            10  Anche a Valparaiso la comunità italiana ricevette Garibaldi con grande calore e slancio, che
               non furono momentanei. Successivamente, infatti, le donne italiane di Valparaiso confezio-
               narono una grande bandiera che fu portata da Garibaldi nella spedizione dei Mille e che il 15
               maggio 1860, a Calatafimi, caduto l’alfiere Schiaffino, finì in mano agli uomini dell’8° Batta-
               glione Cacciatori Napoletani.
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