Page 25 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale
gioniere nella Laguna dos Passos, il cui accesso al mare era controllato dai brasilia-
ni. Organizzò allora, per sfuggire all’imbottigliamento, un trasporto via terra di due
unità, che riuscì, ma venne vanificato da un uragano che appena in Atlantico travolse
la Farroupilha. Con l’altra unità, il più grande seival, Garibaldi riuscì a sostenere
l’attacco delle truppe repubblicane a Laguna, catturando due lancioni, una lancia e la
goletta itaparica. Nel corso delle operazioni dovette anche disincagliare la sua unità
che si era incagliato nelle secche di Comacho, ma lo scopo della conquista di Laguna,
ribattezzata Giuliana dal mese dell’evento (25 luglio 1839), era stato conseguito e vi
poté essere proclamata la Repubblica Caterinense. A Garibaldi fu dato l’incarico di
organizzare delle forze navali ed egli riuscì a formare una flottiglia composta dal sei-
val, dalla itaparica e da due unità catturate all’avversario, che ribattezzò rio Pardo
e Casapava. Con questi due bastimenti e col seival riprese la guerra di corsa lungo
le coste del Brasile, ottenendo qualche successo, finché il 15 novembre, ben 22 unità
brasiliane si presentarono davanti al porto di Laguna, dove si erano rifugiate le tre
unità repubblicane: non c’era niente da fare, ma esse affrontarono ugualmente un
disperato combattimento fino a quando, a sera, venne da terra l’ordine di incendiarle.
In seguito, Garibaldi fu al servizio dell’Uruguay nella “guerra grande” contro
l’Argentina del dittatore Rosas. Alla inferiorità estrema delle forze ai suoi ordini si
aggiunse la scarsa fiducia dello stesso governo nelle possibilità della flotta in rapporto
ai suoi costi. Gli venne affidata una missione “il cui risultato – scrive egli stesso – non
poteva essere che la perdizione dei legni da me comandati”. Doveva, con la corvet-
ta Costituzione, il brigantino Pereira e il trasporto-goletta Procida, risalire per 600
miglia il Paranà, navigando tra sponde in mano nemica e inseguito sul fiume dalla
flotta argentina dell’ammiraglio Brown: scopo dell’assurda impresa era di raggiun-
gere Corrientes, che si era rivoltata a Rosas, e sostenerla. Risalì il fiume, riuscendo a
eludere e a respingere il nemico, ma non poté evitare di essere raggiunto dalla flotta
avversaria e costretto allo scontro di Costa Brava. Pur essendo le forze di Garibaldi
inferiori al nemico in ragione di 1 a 4, il combattimento andò avanti, tra il 15 e il
17 agosto 1842, fino a quando le unità uruguayane dovettero essere abbandonate e
incendiate, mentre i superstiti si salvavano a terra. E di nuovo a novembre, Garibaldi
fu costretto a distruggere le sue poche forze navali, ancora una volta in condizioni di
insostenibile inferiorità, perché non cadessero in mano all’avversario. E di nuovo, tra
il 1843 e il 1846, gli fu conferito il comando di flottiglie repubblicane impegnate in
una serie di operazioni combinate con la legione italiana, e poi nell’occupazione di
(11)
Salta sul fiume Uruguay e nella difesa di Montevideo.
11 Cfr S. Candido, Giuseppe Garibaldi corsaro riograndese (1837-1838), Roma, 1964; Id., Giu-
seppe Garibaldi sul Rio de la Plata (1841-1848), Firenze, 1972; R. Giuntini, Garibaldi uomo
di mare, in “Rivista Marittima”, CXV, 1982, n. 8-9, pp. 19-32.