Page 85 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            erano a Sondrio, il 30 a Tirano. La sua forza, che era andata crescendo per via, già
            arrivava a circa 4.000 fucili, 60 cavalli e 8 pezzi e non tardò a triplicare grazie all’ar-
            rivo di molti volontari arruolati a Como e Bergamo. Il re intanto decideva di inviargli
            anche il 1° reggimento Cacciatori degli Appennini, che da quel momento avrebbe
            finalmente fatto parte dei Cacciatori delle Alpi.
               Rimanevano le carenze di vestiario, di scarpe e di armamento dei volontari ga-
            ribaldini, dovute secondo alcuni a lentezze burocratiche, secondo altri ad un certo
            malvolere verso i volontari.
               I garibaldini si mossero bene nella guerra in montagna, combattuta tra lo Stelvio
            e il Tonale.
               «Eravamo dunque padroni della Valtellina» scrive Garibaldi. I Cacciatori delle
            Alpi erano condotti da Medici, Bixio e Sacchi; il generale Cialdini occupava con la
            quarta divisione dell’esercito la Valcamonica, la Val Trompia sino al lago di Garda.
               I Cacciatori delle Alpi che si erano progressivamente ridotti a milleottocento uo-
            mini, stavano aumentando gli organici con estrema rapidità. L’avanzata dei garibal-
            dini e la ritirata tedesca portarono a dodicimila il numero dei volontari.
               «I Cacciatori delle Alpi che […] s’eran aumentati, quasi per incanto, in poco più
            d’un mese a circa dodicimila e crescevano ogni giorno, non mancavano di dar ombra
            alla gente a coda di paglia, che, nonostante aver predicato: a nulla servire i volontari,
            questi avevan la debolezza di incutere spavento a tale gente. Quella gente stracarica
            di colpe ha paura di noi; e ne ha ben d’onde. Ci chiama rivoluzionari, e ci onora
            […]» .
                 30
               Il 7 luglio la Divisione Cialdini fu richiamata all’Armata e la difesa delle valla-
            te alpine fu affidata a Garibaldi, ma la guerra terminò poche ore dopo con la firma
            dell’armistizio a Villafranca che Garibaldi giudicò positivamente.
               A luglio 1859 i Cacciatori delle Alpi erano oltre dodicimila, ordinati in cinque
            reggimenti e occupavano quattro vallate: Valtellina, Val Canonica, Val Sabbia e Val
            Trompia sino alla frontiera del Tirolo. Alla fine della guerra arrivarono anche i Cac-
            ciatori degli Appennini che, secondo Garibaldi, Cavour aveva volutamente tenuto
            inoperosi.
               Durante i mesi di guerra, la popolarità di Garibaldi raggiunse punte molto alte.
            Tutti i giornali stranieri parlavano di lui, pubblicavano sue fotografie e la sua biogra-
            fia, «furono diffusi suoi ritratti su fogli volanti e fiorirono biografie ricche di elemen-
            ti fantasiosi, mentre, viceversa, giornalisti e turisti che ebbero modo di avvicinarlo
            constatarono con meraviglia che era un uomo curato nella persona, gentile, buon


            30   Lo stile non è dei migliori, ma il senso non lascia adito a dubbi. Garibaldi manifesta una pro-
               fonda irritazione verso i militari di carriera che hanno osteggiato il movimento volontario ma
               adesso lo temono. Giuseppe Garibaldi, Memorie cit., p. 231.
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