Page 82 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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               In una prima fase a Garibaldi fu affidato il compito di impedire agli austriaci del
            generale Gyulai di penetrare in Piemonte e minacciare Torino.
               «L’invasione degli austriaci sul territorio piemontese, non ci trovò pronti; ma di-
            sposti però sempre, a marciare comunque fosse. Fummo destinati sulla sponda destra
            del Po, a Brusasco, sulla estrema destra della divisione Cialdini, destinata a difendere
            la linea della dora Baltea, e coll’intento di coprire lo stradale che da Brusisco conduce
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            a Torino» .
               Svanito il pericolo, il 16 maggio ebbe l’ordine di raggiungere Biella e la zona del
            lago Maggiore.
               «Il re […] inviò un second’ordine di marcia verso il lago Maggiore per operare
            sulla destra dell’esercito austriaco. Ciò non piacque forse alla camarilla; ma a me
            moltissimo; e mi trovavo quindi libero nelle mie manovre, posizione che mi valeva
            un tesoro» .
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               Egli marcia verso Arona facendo credere di voler costeggiare il lago. Invece nella
            notte dal 22 al 23 maggio inverte la marcia ordinando il più assoluto silenzio perché
            nulla trapeli del loro passaggio; passa il Ticino su barche austriache e sorprende gli
            austriaci entrando in Lombardia tra l’entusiasmo della popolazione. Azione abile e
            ben condotta che ripeterà più volte e sempre con successo.
               Come ha giustamente sottolineato il generale Bovio:
               «Garibaldi ha raggiunto il punto più altro del genio militare quando concepì e
            realizzò rapidissimi movimenti, strettamente funzionali ai fini strategici, capaci di
            ingannare il nemico e di coglierlo nel punto più debole. Allora, nel corso di marce di
            velocità e lunghezza inconcepibili per truppe a piedi e sommariamente addestrate, la
            povertà stessa dell’equipaggiamento dei garibaldini divenne fattore di successo» .
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               Garibaldi precede l’armata franco-piemontese. Passa infatti il Ticino il 23 maggio
            mentre gli Alleati lo attraversano solo il 4 giugno.
               La notte successiva arriva a Varese sotto una pioggia battente accolto da una folla
            festante. Sconfigge una divisione austriaca al comando del generale Urban usando
            un espediente che aveva avuto successo in America: aspettare che il nemico sia a
            non più di cinquanta passi prima di fare fuoco e di attaccarlo alla baionetta. Tremila
            volontari senza cannoni respingono 4000 austriaci sostenuti da 8 pezzi.
               «I Cacciatori delle Alpi, ben trincerati, dopo di aver rigettato il nemico con un
            tiro mirato a brevissima distanza, lo attaccarono impetuosamente sulla fronte e sul
            fianco, lo inseguirono per parecchi chilometri, ne riattaccarono le retrovie e lo lascia-


            22   Si cita da Giuseppe Garibaldi, Memorie, Milano, Rizzoli, 1982, p. 205. Sono innumerevoli le
               edizioni delle Memorie di Garibaldi.
            23   Giuseppe Garibaldi, Memorie cit., p. 206.
            24   O. Bovio, L’arte militare cit., p. 33
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