Page 95 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale
Siccome molti appartenevano a queste provincie, ho proposto che loro si
desse il soldo di tre mesi, onde avessero così tempo a riprendere la loro pro-
fessione che aveano abbandonata per farsi soldati. Partii da Napoli, e, mentre
io era in viaggio, alcuni generali dell’Italia meridionale furono da S. M., che
benevolmente accordò sei mesi. Mi si dice che la loro forza fosse numerosa, in
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verità non l’ho mai potuta conoscere .”
Per quanto non privo di un certo realismo, il ragionamento di Fanti – che peraltro
dichiarava con sufficienza di non conoscere nemmeno la forza numerica dei garibal-
dini – rivelava la mancanza di un vero sforzo di analisi, che sapesse contestualizzare
la sua rappresentazione astorica del volontario nella realtà specifica del fenomeno del
’60: ciò fra l’altro impediva al ministro di operare dei distinguo all’interno dei vari
settori di quel volontariato in camicia rossa, individuando se non altro diversi gradi di
identificazione nel nuovo Stato e differenti potenzialità di inserimento nell’Esercito.
Le stesse convinzioni Fanti le aveva espresse nell’autunno del 1860 in una lettera in-
viata a Vittorio Emanuele, prima della promulgazione del provvedimento sullo scio-
glimento dell’Esercito garibaldino, che accolse in gran parte le misure caldeggiate
dal ministro in una bozza di decreto allegata alla stessa missiva.
“Maestà – scriveva Fanti – , l’Armata è l’àncora di salvezza della Patria
contro lo straniero, ed è il braccio della società pel mantenimento dell’ordine
e l’esecuzione della legge.
D’altra parte l’Ufficiale […] deve dare l’esempio del sacrificio in pace,
e del valore in guerra, deve condurre una vita specchiata, ed essere educato,
colto e robusto.
Dall’insieme di queste doti si formarono e si mantengono gli Eserciti, né
basta una o più di esse per eminenti che siano per aver diritto di entrare nella
gran famiglia militare, meno ancora di passare in cima di ogni legge a scapito
di chi venne lentamente e con molte campagne progredendo nella carriera.
In altre Nazioni succede pure, che allo scoppio di una guerra o di una ri-
voluzione si formino Corpi di volontarj […], ma questi militari per grandi
che siano i servizj resi da loro, allo sparire della causa che consigliò la loro
organizzazione, sono rimandati alle case loro e remunerati i più benemeriti con
onori, od impieghi adatti alla loro istruzione anteriore, od anche con soldo mi-
litare di aspettativa o disponibilità, od in altre proporzioni, ma infuori sempre
dell’Armata regolare, dove si esigono studj e lunghe pratiche, e che forma una
9 Atti Parlamentari, Camera dei Deputati (d’ora in poi AP, CD), Discussioni, VIII legislatura,
sessione del 1861, tornata del 23 marzo 1861, pp. 274-275.