Page 97 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale
regolare tra il 1859 e il ’60 costituiva un’aperta falsificazione della realtà.
Più in generale la sua visione, pur vincente nei fatti, si rivelava inadeguata alla
gestione di una fase politicamente anomala, che imponeva a chi, come lui, stava rico-
prendo il ruolo di ministro di un nuovo Stato una disponibilità almeno parziale alla ri-
definizione di alcuni parametri. Del resto le sue osservazioni in merito ai contraccolpi
dell’inserimento dei garibaldini nell’Esercito non erano certo assurde; esprimevano
però una scala di priorità in cui non trovavano adeguata considerazione le esigenze
di rinnovamento della classe dirigente e degli apparati dello Stato giustificate da quel
momento storico.
I fattori che indussero la truppa in camicia rossa a rassegnare le immediate di-
missioni dopo la pubblicazione del decreto dell’11 novembre furono molteplici: la
scelta per loro si poneva infatti tra una ferma di due anni in un corpo dall’identità e
dagli scopi non chiaramente definiti e il congedo con la gratificazione di sei mesi di
paga. In un clima di crescente contrasto tra le prospettive democratiche e la linea del
governo, di fronte all’allontanamento spontaneo o indotto di alcuni dei capi militari
garibaldini, anche per gli ufficiali la scelta delle dimissioni si presentava indubbia-
mente come la più naturale. In molte lettere di volontari la prospettiva descritta con
maggior sconcerto era quella di rimanere attardati in una ferma militare priva di spe-
ranze d’azione – sotto comandanti di cui non si aveva stima e che non nascondevano
spesso il loro disprezzo per le camicie rosse – mentre attorno agli uomini nei quali si
continuava a riconoscersi si organizzavano arruolamenti e progetti insurrezionali per
il compimento dell’Unità.
Questo stato di attesa e questi interrogativi sarebbero stati bruscamente interrotti
dalla pubblicazione del decreto del 27 marzo 1862. Con esso veniva sciolto il Corpo
Volontari Italiani creato nell’aprile precedente, i suoi ufficiali confermati erano tra-
sferiti col loro grado nell’Esercito regolare, ma «prendendo ivi anzianità dalla data
del presente Decreto» . La «bassa forza» e gli ufficiali in servizio effettivo con grado
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inferiore a luogotenente sarebbero stati provvisoriamente aggregati in soprannumero
all’Esercito regolare, in attesa di un eventuale ampliamento dei quadri; gli ufficiali
di grado superiore a quello di maggiore erano collocati a disposizione del Ministero
della Guerra, nel numero necessario per i quadri di quattro divisioni di fanteria .
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Pochi reali inserimenti nell’Esercito, dunque, poche immissioni in servizio; venivano
inoltre rinnovati incentivi economici per chi rassegnava le dimissioni.
11 Per gli ufficiali, la cui posizione non era stata ancora definita dalla Commissione di scrutinio,
l’anzianità sarebbe decorsa dalla data del Decreto di conferma.
12 Gli ufficiali in eccedenza di questa categoria sarebbero stati collocati in aspettativa.