Page 101 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

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            parire sotto il vessillo di Vittorio Emanuele .
               Del resto, già nel dibattito parlamentare del 3 agosto, Giuseppe Ferrari, repubbli-
            cano federalista, aveva rievocato gli avvenimenti della primavera, quando a Milano,
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            nei giorni del tentativo di Sarnico , il prefetto e i vertici della guardia nazionale non
            sapevano come comportarsi, nell’impossibilità di verificare se i garibaldini fosse-
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            ro d’accordo o no col Ministero : ora al Sud stava accadendo qualcosa di simile.
            L’8 agosto il generale Cugia – nuovo prefetto di Palermo – informava Rattazzi che
            quasi tutti gli impiegati civili tradivano il governo, «molti credendo secondarlo» ,
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            che ovunque in quelle settimane si registrava entusiasmo per Garibaldi e disponibi-
            lità della popolazione e della guardia nazionale a schierarsi dalla parte delle camicie
            rosse. A metà agosto il presidente del Consiglio richiamava all’ordine il prefetto di
            Reggio Calabria e gli intimava di procedere con maggiore determinazione di quanta
            lasciasse prevedere, facendo conoscere senza ambiguità che i garibaldini si erano
            messi fuori legge.
               La priorità sembrava comunque quella di far allontanare Garibaldi dalla Sicilia,
            dove si temevano le conseguenze di un’azione repressiva diretta sulle camicie rosse.
            Era lo stesso Cugia, anche dopo la promulgazione dello stato d’assedio – parados-
                                                                                23
            salmente decretato quando l’avanguardia garibaldina stava lasciando l’isola  – ad
            aderire a questa visione, facendo proprie le convinzioni espresse più di un mese pri-
            ma dal suo predecessore Pallavicino sul pericolo di una reazione insurrezionale a
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            catena .


                    a
            19  DDI, 1  s. (1861-70),  vol. III (1 agosto 1862-9 luglio 1863), Giacomo Durando a Costantino
               Nigra, Torino, 10 agosto 1862, pp. 530-31.
            20  Com’è noto, nella primavera del 1862 la lunga permanenza di Garibaldi in Lombardia aveva
               coinciso con una crescente mobilitazione di alcuni suoi ex ufficiali in vista di un tentativo
               armato in territorio trentino. Questi movimenti non furono affatto ignorati dal governo, che
               intervenne però solo in extremis. L’iniziativa abortì dunque con gli arresti, operati tra il 14
               e il 15 maggio a Sarnico, Palazzolo e Alzano, di varie decine di uomini raccoltisi nella pro-
               spettiva dello sconfinamento, ma soprattutto con il fermo di Francesco Nullo, il personaggio
               politicamente più rilevante direttamente coinvolto nel progetto. Ne seguirono i fatti di Brescia,
               dove il 15 maggio la truppa sparò sulla folla raccoltasi attorno alle carceri e inneggiante alla
               liberazione del garibaldino bergamasco: il bilancio fu di tre morti e diversi feriti.
            21  AP, CD, Discussioni, VIII legislatura, sessione del 1861-62, tornata del 3 agosto 1862, p.
               4.021.
            22  Aspromonte e Mentana. Documenti inediti con introduzione e note di Alessandro Luzio, Le
               Monnier, Firenze 1935, p. 190.
            23  Il decreto di stato d’assedio per la Sicilia fu firmato il 17 agosto e pubblicato il 20; per il napo-
               letano fu firmato il 20 e pubblicato il 25. In entrambi in casi lo si revocò solo il 16 novembre.
            24  Aspromonte e Mentana cit., pp. 228 e 252.
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