Page 166 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
P. 166
166 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
generale Ulysses Grant, che di lì a poco sarebbe stato il vincitore della terribile
Guerra civile americana, sottolineò che oltre i 100 metri un soldato armato
di fucile ad anima liscia poteva “spararvi per tutto il giorno senza che voi
nemmeno vi rendeste conto che lo stava facendo”. Inoltre si deve aggiungere
che al massimo della sua gittata (100 metri circa, come si è detto) la forza di
penetrazione della palla sferica di piombo era pressoché nulla, per cui talvolta
bastava un orologio o una medaglia a salvare la vita del soldato colpito.
Da ciò conseguiva che l’arma decisiva era la baionetta e le battaglie erano
vinte o perse al momento dell’urto finale. “La pallottola è pazza, la baionetta
è saggia”, disse il Maresciallo russo Suvorov; e, con quel tipo di fucili, aveva
ragione. L’unico, modesto progresso lo avevano fatto gli inglesi, sostituendo
all’innesco a pietra (ancora usato in tutti gli eserciti napoleonici), quello a
percussione, mediante capsule di fulminato di mercurio. Nacque cosi il
celebre fucile “Brown Bess”, con cui gli inglesi combatterono tutte le loro
battaglie fino a quando, negli Anni Milleottocentocinquanta, il passaggio al
fucile Enfield a canna rigata scatenò in India la rivolta dei Cipays. Ma questa
è un’altra storia.
Sebbene la terra natale della rivoluzione industriale fosse stata l’Inghilterra,
la rivoluzione tecnologica negli armamenti ebbe inizio in Francia, in tempo
per armare gli eserciti dell’Imperatore Napoleone III. Colà il capitano
Charles-Etienne Minié aveva infine risolto l’annoso problema della rigatura
dei fucili. Poiché la retrocarica delle armi individuali era per il momento da
scartarsi, dati i difettosi sistemi di chiusura (l’unico fucile a retrocarica in
uso era il prussiano Dreyse, il quale dopo pochi colpi diventava inusabile, a
causa delle fiamme che uscivano dalla imperfetta chiusura), il problema che
il capitano Minié si trovò a dover risolvere era: come realizzare un tipo di
pallottola cilindro-ogivale che, sotto la pressione dei gas di sparo, si dilatasse
impegnandosi nelle rigature? Egli lo risolse disegnando un tipo di proiettile
che aveva alla base una serie di così detti “denti di sega” i quali, sotto la
spinta dei gas, si sollevavano bloccando il proietto nelle rigature. (Poco dopo
gli inglesi realizzarono il fucile Enfield, in cui il proiettile non aveva denti di
sega ma solo una cavità alla base ed era adatto quasi al decimo di millimetro
al calibro dell’arma; ma per introdurlo, esso doveva venire accuratamente
ingrassato; e fu proprio ciò che provocò la rivolta dei Cipays, cui si è già
accennato).
Il risultato dell’invenzione del capitano Minié fu enorme: dapprima gli
eserciti di Napoleone III e quelli inglesi, poi tutti quelli d’Europa e d’America
scartarono il desueto fucile ad anima liscia ed adottarono la nuova arma a
canna rigata. La quale (ed ecco il motivo della sua pronta adozione) aveva