Page 164 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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164          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 misteriosi dell’unificazione italiana: Liborio Romano, che gli aprì la capitale
                 del Regno e ne consentì la “conquista” senza spargimento di sangue né danni
                 materiali,  soffiando  l’iniziativa  a  Cavour  e  ai  generali  di  Francesco  II  di
                 Borbone ch’egli stesso aveva convinto ad allontanarsene. Fu il capovolgi-
                 mento di Villafranca. Nel luglio 1859 il regno di Sardegna s’era dovuto fer-
                 mare. Nel settembre 1860 fu Napoleone III a dover prendere atto. E preparò
                 il vascello nel febbraio 1861 che trasse Francesco II e Maria Sofia di Borbone
                 da Gaeta a Terracina.
                   Quell’ambiguità  mostrò  la  corda  nelle  imprese  del  1862  e  del  1867.
                 Garibaldi continuò a credere ...ma oltre il limite tollerabile dal concerto delle
                 potenze europee il re dovette rassegnarsi a lasciare che il suo generale venis-
                 se fermato dall’esercito, fosse sanguinosamente sconfitto dalle truppe del suo
                 alleato e venisse due volte tratto in arresto.
                   Esattamente due anni dopo l’istituzione dei Cacciatori delle Alpi, il 17
                 marzo 1861, venne proclamato il regno d’Italia. Esso ebbe culla anche negli
                 ex conventi  di Clarisse di Cuneo e di Savigliano, dove tanti giovani non
                 sapevano marciare ma sognavano un’Italia indipendente, unita, una nazione
                 di cittadini liberi da ogni dispotismo e affratellati agli altri popoli europei in
                 cerca di Stato.
                   L’unificazione d’Italia nacque coi Cacciatori delle Alpi: un prodigio di
                 poche volontà, capaci di voltar pagine dopo secoli di dominazioni straniere.
                 A parte Garibaldi e i suoi ufficiali scelti, il grosso dei volontari era di giova-
                 ni e giovanissimi. Tenevano in serbo il mezzo secolo di storia seguente...



                 Bibliografia
                 Oltre alle biografie di Garibaldi (da Gustavo Sacerdote ad Alfonso Scirocco
                 e Romano Ugolini) fondamentali sono il suo epistolario e quelli di Camillo
                 Cavour (in specie di voll. XVII e XVIII (a cura di C.Pischedda e R. Roccia,
                 Firenze,Olschki, 2005-2008) e Urbano Rattazzi (a cura di R. Roccia, Roma,
                 Istituto  per  la  Storia  del  Risorgimento,  2009).  Importanti  i  saggi  di  A.M.
                 Isastia sul volontariato e di AA.VV., Il Generale Giuseppe Garibaldi  (Roma,
                 Ufficio Storico dello SME, 2007, 1^ ed. 1932) e Garibaldi, Generale della
                 libertà (Ministero della Difesa, 2983). Riprendo temi studiati in A. A. Mola,
                 Garibaldi vivo. Antologia critica con documenti inediti, pref. di Lelio Lagorio
                 (Milano, Mazzotta, 1982) nell’ambito di una biografia di Garibaldi avviata da
                 tempo. Su Liborio Romano v. Nico Perrone, L’inventore del trasformismo
                 (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009).
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