Page 210 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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210          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 dei difensori, i quali fermarono i fanti del 17°, costretti a ripararsi dietro la
                 massicciata della strada. Poco dopo le 12.30 (mezz’ora dall’inizio dell’attac-
                 co), senza rinforzi e il supporto diretto dell’artiglieria, con 265 uomini morti
                 e feriti (il 26,7%), il 3° ed il 4° battaglione iniziarono a ripiegare, seguiti a
                 distanza dagli austriaci che non solo si accontentarono di bonificare Casette
                 Preseglia (catturando 200 sardi, in parte dell’11° Reggimento), ma giunsero
                 con il 2° ed il 3° battaglione dell’IR 17 sino alla massicciata della ferrovia.
                   Sulla destra la situazione non fu migliore. Il 1° ed 2° battaglione riuscirono
                 a raggiungere gli esausti battaglioni del 12° Reggimento. Il 2°, che almeno
                 in questa occasione poteva contare sull’appoggio di tutto il 5° Bersaglieri,
                 sfruttò il ripido pendio della collina della chiesa come copertura e riuscì a
                 conquistare la posizione. Anche in questo settore del fronte i reparti sardi,
                 senza rinforzi e senza ordini chiari, al primo contrattacco furono costretti ad
                 abbandonare la postazione conquistata e a ritirarsi.



                 come si vince Una battagLia: L’attacco sardo finaLe
                 e iL contrattacco di benedek
                   A San Martino sia gli austriaci sia gli italiani rivendicarono gli allori del-
                 la vittoria. L’esercito di Vittorio Emanuele II rimase padrone del campo di
                 battaglia dopo un ultimo sanguinoso assalto, per cui almeno tecnicamente fu
                 il vincitore della giornata. Ma allora perché l’Ufficio Storico Imperial Regio
                 continuò a considerare il combattimento contro la truppa italiana come un
                 successo delle proprie armi?
                   Gli austriaci combatterono il 24 giugno 1859 principalmente una battaglia
                 difensiva. Non avrebbero potuto del resto fare altro a causa delle tattiche di
                 combattimento e delle dottrine di impiego da loro adottate. L’VIII corpo d’ar-
                 mata di Benedek aveva ricevuto l’ordine di avanzare lungo l’ala destra di un
                 vastissimo schieramento che puntava deciso verso ovest. Improvvisamente
                 la mattina del 24 si trovarono dinnanzi quelle truppe che avrebbero dovuto
                 combattere solo qualche giorno dopo, ormai quasi alle spalle delle due ar-
                 mate messe in movimento. Qui il comandante austriaco decise la sua prima
                 mossa: respingere quelle forze ostili. Entro le  otto del mattino sapeva che il
                 fianco destro dell’esercito era per il momento al sicuro e sapeva che doveva
                 continuare a presidiare vittoriosamente l’area sino a nuovi ordini. Avrebbe
                 potuto in più occasioni assestare un colpo mortale alle truppe di Cucchiari e
                 di Mollard, ma fedele al concetto austriaco di Stellungkrieg, attese gli attacchi
                 del nemico. Il suo compito non era particolarmente complesso. Dopo aver im-
                 bastito una linea di resistenza si limitava a chiudere i varchi che l’avversario
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