Page 206 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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206          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



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                 che . Stress da combattimento, poca predisposizione a fare prigionieri dopo
                 sanguinosi assalti, rendevano questi episodi del tutto legittimi agli occhi dei
                 soldati impegnati in battaglia.



                 Un reggimento qUaLsiasi, Un attacco qUaLsiasi:
                 iL 17° rgt. a corbù di sotto
                   Le vicende del 17° Reggimento di Fanteria (Brigata Pinerolo) raccontano
                 molto bene quale sia stata la realtà dei combattimenti di San Martino per
                 l’esercito sardo . Il reparto, forte complessivamente di 1.983 fanti su 4 batta-
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                 glioni (1°, 2°, 3°, 4°) e supportato da 591 bersaglieri (5° Battaglione), giunse
                 sul campo di battaglia intorno a mezzogiorno.
                   La colonna era stata fortemente attardata dalla presenza di feriti e sban-
                 dati delle Brigate Cuneo e Casale che sfilavano verso le retrovie lungo le
                 principali vie di comunicazione. Ad un certo punto le strade risultarono del
                 tutto congestionate dal traffico, composto dai carriaggi dell’armata sarda che,
                 ricordiamo, aveva previsto la giornata del 24 come una tappa di marcia del
                 tutto incruenta. A quel punto, ormai distanziato dai bersaglieri del 5° batta-
                 glione (comandato dal maggiore Bertaldi), il comandante del reggimento, il
                 maggiore Ferrero, decise di raggiungere la base di partenza del suo attacco
                 marciando attraverso i campi. Finalmente riuscì a ritrovare gli uomini di Ber-
                 taldi proprio mentre questi si stavano schierando. Il reggimento si dispiegò a
                 ridosso della strada che collega la massicciata della ferrovia con le cascine di
                 Ronchedone di Sopra e di Sotto. A quel punto per i fanti del 17° iniziò la loro
                 via dolorosa.
                   I comandanti di divisione presenti, Cucchiari e Mollard, da almeno due
                 ore avevano ormai perso la visione d’insieme del campo di battaglia. Non
                 solo non si stavano preoccupando della gestione del traffico lungo le strade
                 alle loro spalle – operazione necessaria per garantire l’arrivo rapido di forze
                 fresche – ma i loro occhi non vedevano che tre soli elementi: la chiesa, il
                 roccolo, la Controcania. Dopo la disfatta della Brigata Cuneo non avevano




                 35   Testimonianza di Enrico Crema citata in La battaglia di Solferino e San Martino
                   vissuta dagli italiani cit., p. 351.
                 36   Per questo paragrafo abbiamo impiegato le memorie del maggiore Ferrero, coman-
                   dante del 17° Reggimento , e le memorie del maggiore Bertaldi, comandante del 5°
                   Battaglione Bersaglieri. Ufficio Storico SME, La Guerra del 1859 per l’Indipendenza
                   d’Italia, Vol. II (Documenti), Roma 1912, pp. 452, 458.
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