Page 204 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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204 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
L’idea di una Kill Zone allargata ad una fascia di uno o più chilometri deriva
dalla fiducia assoluta che gli storici hanno dato alle testimonianze dei reduci
di quel conflitto o ad errate interpretazioni dei rapporti dal campo di batta-
glia . In realtà, verificando le fonti scritte con le caratteristiche del terreno,
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le distanze di combattimento furono molto più ridotte come risulta in questa
tabella :
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1861 1862 1864-1865 Media
Distanza percepita 4.500 m 1.100 m 5.700 m 3.760
Distanza reale 109 m 114 m 127 m 116 m
Nonostante tutte le mancanze tecniche dei fucili rigati ad avancarica, a San
Martino e Solferino fu il fuoco delle armi individuali a dominare la giornata
e a causare la maggior parte delle perdite. Gli assalti francesi alla baionetta,
così come quelli sardi, servirono solo ad aumentare la lista delle perdite e non
risolsero a proprio vantaggio nessun episodio. Anche le analisi più attente di
poco posteriori alla guerra del 1859 rilevarono come i francesi hanno sparato
davvero molto e non hanno usato solo la baionetta, così come si é cercato di
far credere al mondo . Chi visitò il campo di battaglia nelle ore immediata-
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mente seguenti la cessazione delle ostilità rimase sorpreso nel vedere siti ove
la carta delle cartucce é alta dieci centimetri , segno che il consumo di muni-
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zioni era stato veramente elevato. Le colonne sarde, dopo essere state ordinate
sulla linea di partenza, muovevano in avanti. Il terreno, il fuoco del nemico, la
mancanza di riferimenti tattici, la fatica e il disorientamento dei soldati e degli
ufficiali erano elementi che rendevano difficile, se non impossibile, mantenere
29 Vedi ad esempio Raimondo Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana, Milano
1985, p. 241, dove si attribuisce al fucile rigato Springfield mod. 1860 una lunga git-
tata che micidiale a 600 metri, poteva ancora uccidere a più di un chilometro.
30 Paddy Griffith, Battle Tactics of the American Civil War, Ramsbury 1987, pp. 145-
150. Le ricognizioni sui campi di battaglia di Solferino e San Martino hanno con-
fermato le ridotte distanze di ingaggio, non superiori ai 150 metri. Si veda il recente
Massimo Borelli, Solferino e San Martino. I residuati raccontano le battaglie, Chiari
2009.
31 W. Rüstow, Die neuren gezogenen Infanteriegewehere. Ihre wahre Leistunsfähigkeit
und die Mittel, dieselbe zu sichern, Darmstat-Leipzig 1862, p. 15.
32 Testimonianza di Ferdinando Berninzone citata in La battaglia di Solferino e San
Martino vissuta dagli italiani, a cura di Costantino Cipolla, Matteo Bertaiola, Milano
2009, pp. 241-242.