Page 46 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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46 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
ristampe dimostrano che larga parte della nazione si riconobbe in esso, ritrovò
tra quelle righe considerazioni e proposte che sentiva congeniali e nelle quali
poteva identificare propri bisogni e proprie necessità.
La Farina sa che la guerra si sta avvicinando e certo «di dovere agire nel-
la prossima primavera» si prepara avvertendo i responsabili dei Comitati di
«mantenere l’agitazione, accrescerla se possibile» ma evitare in tutti i modi
moti parziali o iniziative locali precipitose e fuori tempo. Insiste molto sulla
necessità di rispettare il «disegno generale» anche se non se ne conoscono
bene i contorni. «Bisogna che ciascuna città, ciascuna provincia, come parte
di un unico esercito, esegua l’incarico che le sarà affidato».
A fine ottobre 1858 La Farina invia un progetto o meglio un piano d’insur-
rezione per la primavera dell’anno successivo che ha avuto l’approvazione di
Cavour. E’ molto interessante ed estremamente dettagliato anche se non mette
conto soffermarcisi perché verrà superato dagli eventi.
A chi teme un movimento parziale La Farina chiarisce: «Noi aspiriamo
all’unità: e se ci potremo soffermare nella nostra via, è solamente quando
riconosceremo le nostre forze insufficienti alla gloriosa impresa. La questione
dell’unità italiana è questione di forze»
A gennaio 1859 si costituisce un Comitato della Società Nazionale Italiana
anche a Genova, nella roccaforte stessa del movimento democratico, in una
città che solo un anno e mezzo prima aveva organizzato un moto contro
Torino. E’ la dimostrazione del consenso sempre più ampio ad una linea po-
litica che è diplomatica e rivoluzionaria nello stesso tempo. Ne fa parte il
marchese Doria Pamphili.
Tutta l’organizzazione fa capo a Torino e da qui partono le direttive per
tutti i Comitati locali. I contatti con le province italiane sono tenuti esclusiva-
mente da La Farina «ed è così solo che si è potuto per tre anni mantenere un
segreto, che fu la disperazione delle polizie», mentre sono altri che tengono i
rapporti con i comitati del Regno di Sardegna.
In Toscana abbiamo un Comitato centrale che ha sede a Firenze ed è gui-
dato dal marchese Ferdinando Bartolomei. A Livorno gli aderenti si riunisco-
no intorno a Vincenzo Malenchini e sotto la sua guida vanno poi a combattere
sotto la bandiera sarda vestendo la divisa dei Cacciatori di Garibaldi.
Fittissima la rete organizzativa che lega lombardi e piemontesi, mentre la
Società nazionale italiana appare molto ben strutturata nello Stato Pontificio
e nei Ducati. Qui l’uomo di Cavour è il bolognese Marco Minghetti incarica-
to di organizzare il consenso al Piemonte nello Stato Pontificio diffondendo
l’idea di una agitazione legale contro il governo del papa.