Page 41 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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l’azione della società nazionale fino alla viGilia della Guerra (1857-59)  41



                   italiana.
                      Che sarà per la Casa di Savoia, finché la Casa di Savoia sarà per l’Italia, in
                   tutta la estensione del ragionevole e del possibile;
                      Che non predilige tale o tal altro ministero sardo, ma che sarà per tutti quei
                   ministeri che promuoveranno la causa italiana, e si terrà estranea ad ogni que-
                   stione interna piemontese.
                      Che crede alla indipendenza ed unificazione dell’Italia sia necessaria l’azio-
                   ne popolare italiana; utile a questa il concorso governativo piemontese».
                      Nelle città italiane nascono numerosi i Comitati: i primi sorgono a Livorno,
                   Ancona e Roma.
                      Successivamente  se  ne  costituiscono  in  Lombardia,  Veneto,  Romagne,
                   Umbria, Marche, Lazio e Toscana, Sicilia. Sono le sezioni “segrete” del par-
                   tito riconosciuto ufficialmente a Torino, un partito che si propone di fare la
                   rivoluzione per liberare l’Italia dagli austriaci e dal papato. Solo a Napoli la
                   penetrazione incontra difficoltà «non tanto per le mene murattiane, quanto per
                   l’avvilimento in cui sono caduti gli animi».
                      Fondano Comitati anche gli emigrati italiani all’estero (Stati Uniti, Egitto)
                   e ne nascono in Svizzera e in Ungheria.
                      A Torino ha sede il Comitato centrale composto da trenta membri, una
                   metà dei quali appartengono ad altre province italiane.
                      I giornali vengono coinvolti uno alla volta e ben trenta testate italiane si
                   avvicinano progressivamente alla nuova organizzazione, seguite da altrettanti
                   organi di informazione in Francia, Inghilterra, Svizzera e Belgio. La rete degli
                   esuli italiani in quei paesi si rivela preziosa. Si stampano e si distribuiscono
                   fogli volanti con documenti da far circolare il più possibile. I fogli vengono
                   inseriti nei giornali, distribuiti a mano, lasciati sui tavoli dei caffè, tipico luo-
                   go di incontro e di discussione delle città italiane. Le botteghe di caffè e quelle
                   dei barbieri sono state luogo privilegiato di divulgazione di idee e programmi,
                   ma anche luogo di reclutamento senza distinzioni di ceto sociale. Non è un
                   caso se tanti giovani combattenti della Seconda Guerra di Indipendenza era-
                   no appunto garzoni di barbiere o camerieri nei locali pubblici dove avevano
                   ascoltato, assimilato e dove si erano entusiasmati alle discussioni che giorno
                   dopo giorno avevano avuto modo di ascoltare dagli attivisti di partito.
                      I Comitati che nascono nelle diverse città sono invitati a mettersi in corri-
                   spondenza diretta con il segretario della Società nazionale a Torino, via Goito
                   15; ad inviare mensilmente una relazione «sullo spirito pubblico» e ogni altra
                   informazione utile al Comitato centrale. Si chiede loro soprattutto «di fare
                   adottare i principii del nostro programma dai giornali» locali e di fare propa-
                   ganda con tutti i mezzi a disposizione. Molto interessante l’avvertenza che
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