Page 86 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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86           150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                                              alla propria Divisione per le operazioni of-
                                              fensive, lasciando invece il Carlo alberto ed
                                              il  Governolo,  assieme  al  vascello  francese
                                              Napoléon e ad un avviso scorta, sempre fran-
                                              cese, a costituire un gruppo navale basato ad
                                              Antivari.
                                                 Tale gruppo, posto sotto il comando del
                                              C.V. Carlo Pellion di Persano, altro perso-
                                              naggio che assurgerà agli onori della crona-
                                              ca,  questa  volta  in  negativo,  qualche  anno
                                              più  tardi,  aveva  il  compito  di  proteggere  i
                                              trasporti  di  carbone  franco-sardi  nel  Basso
                                              Adriatico  dalla  minaccia  costituita  da  tre
                                              unità  austriache,  compito  che  fu  eseguito
                                              egregiamente ancorché sotto la vigile sorve-
                                              glianza di una Divisione Navale ottomana e
                                              di una inglese.
                                                 Il  grosso  della  Squadra  franco-sarda,
                                              partito  da  Antivari  verso  nord  il  1°  luglio,
                 Capitano di Vascello         si  diede  invece  alla  ricerca  di  una  base  da
                 Carlo Pellion di Persano.    cui  poter  proseguire  le  proprie  operazioni:
                                              furono scartate Ancona (onde rispettarne la
                 neutralità, in quanto era ancora sotto lo Stato Pontificio, con cui la Francia
                 manteneva eccellenti rapporti), i porti borbonici del Basso Adriatico (onde
                 non suscitare moti di ribellione da parte delle locali popolazioni), i porti del-
                 le coste romagnole (che si prestavano solo per le unità leggere, anche se a
                 Rimini fu organizzato un centro di comunicazioni) ed il porto di Pola che, pur
                 ideale per la condotta di operazioni nell’Alto Adriatico, era però la principale
                 base fortificata in mano al nemico e, pertanto, avrebbe dovuto essere conqui-
                 stato con la forza ed un prevedibile grande dispendio di forze. Fu pertanto
                 scelto quello che al tempo si chiamava Porto Augusto nell’isola dalmata di
                 Lussino (l’odierna Lussinpiccolo) ove il 2 luglio fu effettuato uno sbarco in
                 forze, sbarco che peraltro si trasformò in pacifica occupazione, oltretutto con
                 la collaborazione della popolazione locale, dal momento che gli austriaci se
                 ne erano ritirati non ritenendo economica la sua difesa.
                   A Lussino arrivò quindi il 6 luglio la forza da sbarco della forza franco-
                 sarda, forte di 3.000 uomini di fanteria imbarcata ed il successivo giorno 7
                 giunse, finalmente, l’ordine di attaccare Venezia. Tale ordine era stato ema-
                 nato dal Quartier Generale di Napoleone III sin dal 29 giugno ed affidato
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