Page 164 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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164           Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.


            l’opzione di un Piemonte forte insistente sulla parte centro-settentrionale del-
            la Penisola e di una Sicilia indipendente (ma, in ogni caso, sottratta all’in-
            fluenza francese) al centro del Mediterraneo risultava certamente preferibile
            rispetto a quella che percepiva come una perdurante situazione di instabilità
            e malgoverno. D’altra parte, il conseguimento di tale obiettivo era conside-
            rato comunque secondario rispetto alla duplice esigenza di non favorire un
            cambiamento in senso filo-francese degli equilibri regionali e di evitare che le
            iniziative di Torino e/o di Parigi potessero condurre a una internazionalizzare
            il conflitto, al ritorno sulla scena dell’Austria e alla possibile apparizione di
            una Prussia sospesa fra il sostegno (non disinteressato) alla causa unitaria e il
            timore delle più ampie conseguenze “geopolitiche” delle iniziative sabaude.
            Nella già citata lettera del gennaio 1861 indirizzata alla Sovrana, rileggendo
            e razionalizzando a posteriori il complesso delle scelte compiute dal suo go-
            verno, Palmerston riassumeva in questi termini la scala delle priorità britan-
            niche:

                  Nei riguardi dell’Italia, la Maestà Vostra ricorda che il visconte di
               Palmerston nell’estate scorsa espresse la convinzione che sarebbe me-
               glio per l’interesse dell’Inghilterra che l’Italia meridionale fosse una
               monarchia separata, piuttosto che parte di un’Italia unita. Il visconte
               Palmerston è tuttora di tale opinione, perché un regno separato delle
               Due Sicilie sarebbe più probabilmente disposto, in caso di guerra tra
               l’Inghilterra e la Francia, ad appoggiare, almeno con la sua neutra-
               lità, la Potenza navale più forte, e tale si spera appunto debba essere
               l’Inghilterra. Ma allora sarebbe necessario che le Due Sicilie, come
               stato separato e indipendente, fossero ben governate ed avessero un so-
               vrano illuminato. Ciò sfortunatamente è divenuto impossibile e inspe-
               rabile sotto la dinastia borbonica, e quanto al vedere su questo trono
               un Murat o un principe napoleonico, nessun inglese sarebbe disposto
               a tollerarlo. Il corso degli eventi dopo l’ultima estate sembra aver fi-
               nalmente deciso il fato della Sicilia e di Napoli, e non c’è dubbio che
               per l’interesse del popolo italiano e considerando il generale equilibrio
               delle Potenze in Europa, un’Italia unita si presenta come la soluzione
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               migliore .






            16  Lord Palmerston alla Regina Vittoria (10 gennaio 1861), cit., p. 144.
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