Page 57 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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L’aLba, La crisi e L’affermazione internazionaLe deLLa regia marina 57
Ma il 1866 e la Terza Guerra d’Indipendenza arrivarono troppo presto e in
tale frangente la giovane Marina del Regno d’Italia, ancora alle prese con i
problemi che sono stati delineati in precedenza, andò incontro a una brucian-
te sconfitta, patita ad opera della flotta austriaca a Lissa. Lo scontro, determi-
natosi a seguito della volontà politica di giungere alla pace con l’Austria -
scontata dopo la vittoria dell’esercito prussiano sugli a Sadowa - con almeno
una vittoria che potesse bilanciare la sconfitta terrestre di Custoza, si verificò
a seguito del tentativo di sbarcare truppe italiane sull’isola di Lissa, choke
point strategico di elevata importanza per il controllo del teatro operativo
adriatico. L’effetto della sconfitta sul popolo italiano fu superiore al reale
valore tattico dell’evento e ciò condizionò negativamente qualsiasi decisione
successiva Lissa, una sorta di lotta civile sul mare tra italiani (una ripetizione
di quanto accaduto nel 1811) vista la presenza di veneti, istriani e dalmati
negli equipaggi delle navi austriache, non ebbe conseguenze per l’economia
generale della guerra, ma rimase a lungo nella memoria e nelle coscienze dei
marinai italiani, venendo completamente riscattata solo molti anni più tardi,
attraverso le valorose gesta compiute nel corso della Prima Guerra
Mondiale.
Lo scontro aveva messo in luce tutti i difetti nella costruzione e gestione
di una Marina, ma nel contempo aveva fatto emergere il coraggio degli equi-
paggi che Riboty interpreta come: “ufficiali ed equipaggio hanno tutti brava-
mente compiuto il loro dovere” . Un giudizio non di parte, ma confermato
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anche da testimoni esterni alla Marina Italiana, forse l’elemento su cui fon-
dare una rinascita, superare la crisi.
In ogni caso la guerra del 1866 portò, anche se più male che bene, al ricon-
giungimento del Veneto allo Stato unitario e con esso Venezia che arrecava,
in particolare alla Marina, un grande patrimonio di forza morale e un retaggio
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glorioso di tradizioni, seppure affievoliti da un periodo di decadenza e dal
23 Gabriele Mariano op. cit. pag. 68
24 “Si è ridotta a un’esistenza passiva. Non ha più guerre da affrontare, trattati di pace da
concludere o desideri da esprimere. Semplice spettatrice di eventi, nella sua decisione di
non prenderne parte, pretende di non avere interessi ad essi … Isolata in mezzo alle altre
nazioni, imperturbabile nella sua indifferenza, cieca a propri interessi, insensibile agli in-
sulti, essa sacrifica tutto all’unico obiettivo di non recare offesa ad altri stati e conservare
la pace”. Turrini Alessandro – Nascita e tramonto dell’Imperiale e Regia Marina veneta -
Bollettino d’Archivio dell’USMM, 2008 set, pag. 259