Page 61 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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L’aLba, La crisi e L’affermazione internazionaLe deLLa regia marina 61
nel 1872 nacque l’Istituto Idrografico, con
sede a Genova; furono avviati gli studi e i
progetti per la costruzione, dell’Arsenale a
Taranto – poi inaugurato nel 1889 - nel 1878
furono riordinati e stabilizzati gli ordinamen-
ti degli Ufficiali e, soprattutto, con l’avvento
di un giovane quanto geniale Generale del
Genio Navale, Benedetto Brin, furono impo-
state due unità di concezione rivoluzionaria
che portarono l’Italia, per un decennio,
all’avanguardia nel mondo nel campo delle
costruzioni navali militari, segnando una
radicale innovazione nella composizione
delle flotte: si trattava delle nuove “navi da
battaglia corazzate a torri” Duilio e
Dandolo.
Il 9 gennaio 1878 moriva Vittorio
Giacomo Bove
Emanuele II, ultimo Re di Sardegna e primo
Re d’Italia, grande protagonista del Risorgimento italiano che ebbe sempre
ben chiara l’importanza della Marina nell’economia generale dello Stato.
L’opera avviata sotto il suo Regno, infatti, grazie anche a uomini di elevatis-
simo spessore intellettuale e tecnico-professionale, portò in pochi decenni
l’Italia ad avere una Marina di tutto rispetto, adeguata alle necessità e alle
ambizioni della nazione e comparabile con quelle mondiali di ben più vasta
e antica tradizione. Ma non sarebbe giusto non ricordare nelle conclusioni il
ruolo avuto da Camillo Benso di Cavour. La sua azione, non sempre seguita
dalla leadership navale piemontese, fu continua sino alla sua morte e tenden-
te a ricercare libertà, cultura, uguaglianza, disciplina e modernità. Il Gonni
conclude la sua opera più famosa in un modo così forte e che lascia aperta la
porta per un futuro felice per la Marina. Egli considera Cavour come colui “..
che intende i suoi doveri con alta coscienza. È un ministro che inspira fiducia,
che avvince a sé gli uomini spiritualmente sani, che favorisce la cultura e la
esige nei propri dipendenti; è insomma il nostro più grande ministro della
Marina che ho voluto ricordare ai marinai d’Italia, perché si riscaldino alla
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fiamma purificatrice del Grande che tanto amò i loro padri.” Dovremmo
30 Gonni op.cit., pag. 161.